Slogan e spintoni: a Roma tafferugli con le femministe

Cortei arbotisti in tutta Italia: Napoli, Milano, Roma e Bologna invase dalle femministe in un clima che riporta agli anni Settanta. Lo slogan: "Tremate, tremate, le streghe son tornate"

Slogan e spintoni: a Roma tafferugli con le femministe

Roma - L’Italia, ieri, è piombata in uno strano San Valentino in bianco e nero, con volti e parole in stile anni ’70. «Tremate, tremate: le streghe sono tornate». Erano decenni che non si vedevano in piazza i cortei delle femministe. È successo ed è l’ultima coda del dibattito sull’aborto e sulla legge 194.

Napoli, Milano, Bologna, Roma sono diventate lo scenario di un viaggio a ritroso nel tempo. È la risposta alla moratoria di Ferrara, ai timori su una discussione etica che mette in gioco il senso e i confini della vita. È il fastidio sempre più insistente verso le posizione dei vescovi italiani, segno di un laicismo che rivendica uno spazio politico e un’identità. E su questi punti il clima rischia di diventare caldo. A Napoli, Piazza Vanvitelli era piena: al corteo organizzato dall’Unione donne d’Italia hanno preso parte in centinaia. Nessun palco, nessuno ha parlato a un microfono, c’erano solo le donne con slogan, cori e megafoni. A Bologna, sono tornate in piazza le stesse donne che negli anni Settanta hanno combattuto per ottenere quella legge che ora difendono le ragazze in piumino e sciarpe multicolori e che oggi pomeriggio aprivano il corteo con lo striscione: «Comunque decidiamo noi». E proprio da Bologna partirà anche un esposto alla Procura contro quei farmacisti che fanno obiezione, rifiutandosi di fornire la «pillola del giorno dopo» anche a coloro che si presentano con una regolare ricetta medica. Eppure, un politico che anziché i fischi prende gli applausi c’è: è il ministro della Salute, Livia Turco, che ha incontrato le manifestanti che, a Roma alle 17, si sono date appuntamento davanti al suo dicastero sul Lungotevere Ripa. A Roma ci sono stati dei tafferugli, a un certo punto, le donne hanno sfondato il cordone di agenti che cercava di impedire loro di percorrere il Lungotevere. I poliziotti, casco in mano, hanno cercato di fermare le manifestanti e sono così scoppiati gli scontri.

Le manifestanti, al grido di «corteo, corteo», hanno attraversato Ponte Garibaldi e si sono dirette verso largo Arenula. Le forze di polizia in tenuta antisommossa hanno bloccato anche con le camionette largo Arenula all'altezza del ministero della Giustizia.

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