RomaCerto, il messaggio di posta elettronica che lAvanti! di Valter Lavitola ha reso pubblico due giorni fa e che noi abbiamo pubblicato sabato e ieri potrebbe anche non essere genuino. È vero, il mittente, James Walfenzao, o uno dei due destinatari, Evan Hermiston e Michael Gordon (lavvocato presso il cui studio legale a Saint Lucia hanno sede le off-shore Timara e Printemps), potrebbero anche smentire di aver mai ricevuto quelle-mail, pur se finora si sono ben guardati dal farlo. E il carteggio elettronico tra Walfenzao e Gordon che il ministro della Giustizia di Saint Lucia, Lorenzo Rudolph Francis, ha ammesso lo scorso 27 settembre essere agli atti dellindagine, potrebbe, chissà, essere un altro. Anche se gli indizi, tra i quali appunto la preventiva ammissione del governo di Saint Lucia dellesistenza di una e-mail tra il broker internazionale e lavvocato di Manoel Street risalente allinizio di agosto scorso, sembrano pendere per lautenticità, tutto è possibile. In fondo proprio il ministro Francis si è rammaricato di «non poter rispondere» quando Lavitola gli ha chiesto se quella mail è la prova determinante che lega Tulliani a Printemps e Timara.
Insomma, agli avvocati di Giancarlo Tulliani non mancherebbero certo elementi per «buttarla in caciara», come si dice a Roma, città natale del cognato di Gianfranco Fini. Proprio per questo appare sbiadita e poco convincente la pur puntuale smentita giunta ieri dai legali Carlo Guglielmo e Adriano Izzo. I due, più che puntare sullautenticità del documento - non provata, ma di certo nemmeno smentita - giocano di cavillo sulla frase chiave del messaggio, che è: «La sorella del cliente sembra avere un forte legame con uno dei politici coinvolti». Frase che nellinterpretazione più evidente farebbe pensare a Tulliani come al proprietario dellappartamento. Non così però per Izzo&Izzo. «Dal contenuto della stessa mail - rilevano gli avvocati - non si evince in alcun modo che il signor Giancarlo Tulliani sia il proprietario del noto appartamento monegasco, essendo egli cliente della Timara ltd soltanto in ragione della sua accertata qualità di conduttore della suddetta unità immobiliare». È vero, la parola cliente può avere tante sfumature di significato. Ma siamo seri: chi la userebbe mai, anche nellinglese rozzo in cui è scritta la mail, in quellaccezione? Molto più convincente la tesi secondo cui quella parola nasconderebbe un ruolo chiave del Tullianino nella compravendita dellappartamento di boulevard Princesse Charlotte, della quale Walfenzao si è occupato.
Forse non sarà un «clamoroso autogol», come dice Lavitola, ma di certo è un mezzo buco nellacqua monegasca lennesima smentita dei legali dei Tulliani. Che negli ultimi due mesi si sono spesso affrettati a confutare le evidenze dellinchiesta giornalistica riguardante la famiglia acquisita di Fini.
La smentita che non smentisce degli avvocati di Giancarlo: «La mail non dice che la casa è sua»
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