Undici giorni filati di smog oltre i limiti. Anche ieri le centraline dellArpa hanno segnato valori del Pm10 fuori dalla norma. Ma mentre per lennesima volta gli ambientalisti, da Maurizio Baruffi del Pd a Carlo Monguzzi dei Verdi, se la prendevano col sindaco (il primo) o chiedevano misure demergenza come il blocco del traffico nel weekend (il secondo), il vicesindaco Riccardo De Corato ha avuto uno scatto dorgoglio. Perché se è vero che a causa delle caldaie al massimo e delle condizioni meteo laria in città è irrespirabile, il fenomeno non si blocca ai confini. Anzi, fuori va pure peggio. «Ma nessuno ha mandato avvisi di garanzia agli altri sindaci» puntualizza. Il riferimento è alla Procura che dopo un esposto del Codacons ha iscritto a dicembre nel registro degli indagati il presidente della Regione Roberto Formigoni, quello della Provincia Guido Podestà e il sindaco Letizia Moratti. De Corato sventola i dati dellArpa di due giorni fa: le concentrazioni di Pm10 hanno raggiunto a Milano i valori di 119 microgrammi al metro cubo (ben oltre i 50 previsti dalla norma Ue), ma a Bergamo hanno sfiorato i 123 microgrammi, a Como i 126, a Lecco i 131 («e siamo sotto al Resegone»), a Brescia le polveri sottili sono volate addirittura a quota 148. «Che facciamo, blocchiamo il traffico tre giorni in tutta la Lombardia? Basta con questi allarmismi su Milano», sbotta. E insiste con i consiglieri ambientalisti, «basta criminalizzare Milano, lo smog è un problema che riguarda tutti e non si risolve con misure demergenza e propagandistiche, ma con azioni strutturali e continuative nel tempo».
Con la magistratura invece se lè presa ieri anche la Moratti, che ha contestato le posizioni «spesso contraddittorie» e che rendono «molte volte difficile» il lavoro dellamministrazione. Un caso è proprio quello della lotta allo smog, «da un lato veniamo accusati di inquinare - ribadisce - e dallaltra al Tar ci bloccano le misure anti-inquinamento che prendiamo, come quella per il carico e scarico merci». Di recente poi il Comune è finito nel mirino per la movida allArco della Pace, «veniamo accusati per i rumori e quando chiediamo di chiudere in anticipo dei locali (come è avvenuto ad esempio in via Sammartini, ndr.) ci viene richiesta la riapertura. Non è un giudizio sulloperato della magistratura, ci mancherebbe, non diciamo che rema contro. Ma quando ci si trova due tipologie di giudizi diversi rispetto a un unico comportamento che lamministrazione ha preso, diventa veramente difficile lavorare».
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