Smog, ora il Codacons vuol chiudere le scuole

Dopo gli ambientalisti che vorrebbero il blocco di quattro giorni del traffico in tutto il Nord, continua la gara a chi le spara più grosse. I commercianti intanto si appellano al sindaco e chiedono una deroga per domenica

Sembra una gara a chi la spara più grossa. Prima gli ambientalisti che, per abbattere lo smog, propongono un blocco totale di quattro giorni in tutto il Nord Italia. Ora ci si mette pure il Codacons, l’associazione dei consumatori, che chiede addirittura di chiudere le scuole. «Almeno così - spiega il presidente Marco Donzelli - non si intasa la città nelle ore di punta con le auto dei genitori che accompagnano e vanno a prendere i figli». L’associazione mica propone la chiusura per un giorno solo. No. Le scuole dovrebbero restare chiuse fino a che i valori del Pm10 non rientreranno nei limiti di legge. E quindi, stando ai dati degli ultimi tempi, anche più di una settimana. «È una follia - controbatte Fabrizio De Pasquale, membro della commissione comunale al Traffico e Mobilità -. Ragionando in questi termini, allora cosa dovremmo fare? Chiudere l’intera città per abbassare lo smog? Mandare tutti i milanesi in vacanza? Il tema delle polveri è serio e non va certo affrontato con simili provocazioni».
L’ordinanza del sindaco è attesa fra oggi e domani: spiegherà quando e come si articolerà il blocco totale del traffico di domenica. Blocco ormai inevitabile. Anche ieri infatti le polveri sottili hanno raggiunto livelli allarmanti: una media di 150 microgrammi al metrocubo, perfino più degli altri giorni. Il che significa che proseguirà fino a sabato anche il divieto di circolazione nella cerchia dei Bastioni di tutti i veicoli che solitamente pagano Ecopass. Già, perché per revocare lo stop, servirebbero almeno tre giorni consecutivi di aria pulita e, a quanto pare, siamo ancora lontani dall’obbiettivo.
Letizia Moratti non molla e prosegue senza esitazioni nella sua battaglia contro l’inquinamento. Ai commercianti, che chiedono deroghe speciali, risponde che «la salute dei cittadini è più importante e viene prima degli interessi del commercio». Il sindaco non anticipa nulla sul blocco «flessibile» di domenica ma assicura che «cercherà di lavorare per creare meno disagi possibili ai concittadini».
Le richieste dei commercianti sono un aggiustamento degli orari e dei divieti «per poter lavorare». Per domenica i negozianti chiedono di far cominciare il blocco alle 10 del mattino (e non alle 8 come è accaduto la scorsa domenica). «In questo modo - spiega Simonpaolo Buongiardino dell’Unione del Commercio - i negozianti del centro potranno tranquillamente andare al lavoro». Seconda richiesta: concedere deroghe speciali per far entrare i camionicini delle consegne in centro durante la settimana. Se il blocco Ecopass dovesse proseguire (e i presupposti ci sono tutti), allora sarebbero guai seri per chi lavora e i rifornimenti comincerebbero davvero a scarseggiare. «Chiediamo di far circolare i camionicini a giorni alterni - chiede l’Unione del commercio - almeno per tre ore al giorno: una finestra da ritagliare all’interno dell’orario vietato, a cominciare da domani. Così potremo provvedere alle scorte per il fine settimana». L’orario vietato non è solo quello del blocco anti Pm10 infrasettimanale (dalle 7,30 alle 19,30).

È anche quello delle nuove regole sul carico e scarico delle merci, che impediscono ai vecchi furgoncini l’ingresso nella cerchia dalle 10 alle 16: «Vorremmo poter lavorare almeno due o tre ore in questo arco di tempo» chiede Buongiardino a nome dei colleghi.

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