Snai e Sisal è scontro con Totosì

Filippo Grassia

Oltre 500 siti esteri di gioco on-line, considerati illegali dall’Amministrazione dello Stato, sono stati oscurati nella notte fra il 23 e il 24 febbraio. L’evento ha diviso profondamente i bookmaker interessati al mercato italiano. Se è per certi versi comprensibile la protesta di Mark Davies, managing director della divisione internazionale di Betfair, hanno destato stupore le dichiarazioni di Giuseppe Tarricone, direttore generale di Totosì: «Sono assolutamente contrario al fatto che per combattere la concorrenza si ricorra all'oscuramento dei siti esteri, ed in particolare di quelli che operano sulla base di una licenza rilasciata da Stati Membri della Comunità Europea. La concorrenza è un bene per tutti gli operatori, perché costituisce uno stimolo verso il miglioramento dei servizi. Credo che la risoluzione delle problematiche connesse al sistema italiano dei giochi sia piuttosto da ricercare in altri fattori: i vincoli imposti dall'Aams in primis, ivi compreso il regime fiscale che è sproporzionato rispetto agli altri mercati». Un attacco in piena regola ai Monopoli che gestiscono i giochi nel nostro paese.
Immediate le reazioni di Snai e Sisal alle considerazioni di Betfair e, in particolare, a quelle di Totosì. Francesco Ginestra, presidente del Sindacato Snai, ha affermato: «Tarricone attacca l’Amministrazione dello Stato perché vuol portare all’estero il gioco italiano. Le sue dichiarazioni lasciano sconcertati in quanto provengono da un concessionario italiano. È inconcepibile che chi opera nel nostro paese, con regole italiane, possa essere in disaccordo con un provvedimento che tutela il nostro pubblico e la rete dello Stato. L’aggressività di Tarricone verso Aams nasce dal fatto che il provvedimento di oscuramento dei siti stranieri lede i suoi piani. Dopo aver tentato di accaparrarsi il maggior numero di clienti italiani che giocano on line, Tarricone ha infatti dichiarato di voler aprire un sito all’estero ove far migrare i propri clienti. Questa volontà è stata ultimamente ribadita dalle dichiarazioni, non smentite da Tarricone, di un esponente del Gaming Board Maltese, secondo il quale Totosì ha chiesto una licenza di bookmaker a Malta con l’intenzione di far scommettere i suoi clienti italiani».
E l’ad di Sisal Giorgio Sandi: «Ci teniamo a ribadire che reputiamo bella e coraggiosa la scelta dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, ed in particolare del direttore Giorgio Tino, di oscurare quei siti che operano illegalmente rispetto alla legislazione italiana. Siamo anche molto sorpresi dalla posizione assunta da componenti del nostro mercato che, invece di andare nella direzione della tutela del giocatore e delle leggi italiane, si schierano sul versante opposto. Se da una parte riusciamo a capire gli operatori internazionali nella loro opposizione alle disposizioni italiane, troviamo scandaloso l'atteggiamento di Totosì, che intende portare il gioco in un paese estero per pure ragioni fiscali. In questi giorni si sono usati paroloni come contrasti sui diritti dell'uomo o cose del genere, ma la realtà è molto più semplice.

Per chi vuole operare legalmente in Italia, anche provenendo da uno Stato estero, ci sono tutte le possibilità. Ma c’è poca volontà di mettersi in regola da parte di quei soggetti che vogliono sfruttare il nostro mercato senza adeguarsi alla relativa tassazione».

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