Un passo falso? Un’uscita volutamente provocatoria. Quel che è certo è che l’uscita del candidato socialista alle presidenziali, François Hollande, ha lasciato tutti di stucco e ha fatto imbufalire i diretti interessati. Chi? Il Partito comunista francese, che non ha affatto apprezzato le parole di Hollande in un’intervista apparsa lunedì sul quotidiano britannico Guardian, nella quale il candidato della sinistra sosteneva che «oggi non ci sono comunisti in Francia...o non più molti».
Hollande, in vantaggio sull’avversario Nicolas Sarkozy nei sondaggi, rispondeva a una domanda sui timori di un ritorno al potere della sinistra e dei comunisti in Francia con le presidenziali. L’affermazione di Hollande non è affatto piaciuta a Pierre Laurent, segretario nazionale del Pc francese: «La lezione che bisogna trarne - ha detto - è che Hollande dovrebbe evitare qualsiasi atteggiamento di disprezzo nei confronti dei comunisti, senza i quali non ci sarà alcuna vittoria della sinistra».
Ma Laurent aggiunge che «Hollande ha detto soprattutto una stupidaggine», in quanto «il Pc conta attualmente 130.000 aderenti e 10.000 politici eletti nel paese. Per esistere non abbiamo bisogno della benedizione del Partito socialista».
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