Donne straordinarie

Talento patria e sacrificio: così Sophia Loren ha scritto la storia

È una delle pochissime attrici in Italia a essere diventata una star internazionale: un'italiana verace che risveglia l’orgoglio patriottico

Talento patria e sacrificio: così Sophia Loren ha scritto la storia
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Due premi Oscar (uno onorario), un Leone d’oro, cinque Golden Globe, una Coppa Volpi. E ancora: un Prix a Cannes, un Orso d’oro alla Carriera alla Berlinale, un Grammy Award. Infine la stella sulla Walk of Fame. Ha fatto parecchia strada Sophia Loren, dalla fanciullezza tra i bombardamenti della Seconda guerra mondiale alla conquista di Hollywood. Dalle difficoltà economiche e la fame al successo internazionale. Da comparsa alla prima fila. In altre parole un’icona.

Un cammino tortuoso

Niente è stato facile per Sophia Loren, o meglio Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone prima del successo. Oggi l’attrice rappresenta il cinema, ma gli ostacoli da superare sono stati tanti. L’infanzia non è stata clemente. Lei, priva di padre, taciturna e introversa tra mille impedimenti, alle prese con delicate esperienze familiari e scolastiche. Una bimba magra, presa in giro per la sua macilenza con soprannomi come “Sofia Stuzzicadenti” e “Stecchino”.

Il suo carattere si è forgiato con i disagi vissuti in tenera età. Ha vissuto un’epoca in cui si era poco bambini a causa della guerra e delle sue violenze. Sognare è stato fondamentale, l’immaginazione come via d’uscita dal dolore. Prima i concorsi di bellezza – nel 1950 venne eletta Miss Eleganza a Miss Italia - poi le prime esperienze tra fotoromanzi e pellicole cinematografiche come comparsa o comunque con ruoli marginali.

La svolta

Sophia Loren

La svolta per Sophia Loren risale al 1951, anno dell’incontro con il futuro marito Carlo Ponti in un locale di Colle Oppio. Il produttore aveva già alle spalle una serie di successi – basti pensare a “Piccolo mondo antico”, tratto dal romanzo di Fogazzaro, che lanciò Alida von Altenburger – e fu lui a spianare la strada alla giovane aspirante attrice. Bellezza, semplicità, portamento. Ma non solo. Sophia Loren è riuscita a entrare nell’Olimpo della settima arte grazie a uno straordinario cammino di conoscenza, di sacrificio. E via, dalle particine (“Tototarzan” e “Un giorno in pretura” tra gli altri) fino a “Due notti con Cleopatra” al fianco di Alberto Sordi.

Il legame con Vittorio De Sica

Sophia Loren ha collaborato con grandi registi e con grandi attori, ma uno dei legami più importanti fu quello con Vittorio De Sica. Da “L’oro di Napoli” a “Ieri, oggi, domani”, passando per “Matrimonio all’italiana”, fino all’indimenticabile “La ciociara”. Quest’ultimo un successo clamoroso: l’interpretazione le valse il Premio Oscar, la Palma d’oro al festival di Cannes, il Bafta, il David di Donatello e il Nastro d’argento.

Una performance eccezionale, frutto del rapporto quasi filiale instaurato con De Sica, tra i padri del neorealismo e autore di ammalianti commedie all’italiana. "Dal primo giorno De Sica divenne la mia scuola, il mio maestro, il mio mentore, il mio tutto", uno dei tanti omaggi della Loren. Fu lui a spingerla ad abbandonarsi al suo talento, a sfruttare pienamente le sue potenzialità, a tastare territori mai esplorati. Un rapporto di complicità totale, di sorriso dolce, di affidamento.

Sophia e Marcello

Un altro binomio di successo è stato quello che ha legato Sophia Loren a Marcello Mastroianni. Coniugi, amanti e così via: tanti i ruoli interpretati sul grande schermo. Un’unica ricorrenza: la rara alchimia, il feeling speciale. Come due bambini nel momento del gioco, una magia. “Ho girato con lui tante di quelle storie che posso dire che vent’anni della mia vita li ho trascorsi lavorando accanto a lui”, ha ricordato la Loren. Un rapporto speciale, senza mai sfociare nell’amore: un’amicizia particolare, unica.

Tra le sequenze indimenticabili, sicuramente la scena cult di “Ieri, oggi, domani” (Oscar al miglior film straniero nel 1965): lo spogliarello di Sophia Loren (nei panni della squillo Mara) sotto gli occhi del famelico Mastroianni (il bolognese Augusto) sulle note di “Abat-jour (Salomè)” di Henry Wright.

Icona eterna

Sophia Loren

Grandi interpretazioni, premi, applausi. Il percorso di Sophia Loren ha rappresentato non solo la realizzazione del sogno di diventare attrice, ma anche il compimento dell’utopia di diventare la più grande attrice. La sua è stata la storia di una ragazza come tante, che ha tentato la fortuna, riuscendo a raggiungere la vetta. Dopo il primo premio Oscar, l’America ha visto in lei l’eroina italiana. Non poteva essere altrimenti: Hollywood non aveva un’attrice come lei. Bella, sexy, esotica. Caratteristiche uniche all’epoca, Il suo trionfo risvegliò l’orgoglio patriottico e ancora oggi è ricordato come emblema della qualità del cinema nostrano.

Ma c’è un dettaglio che non può passare inosservato. La grande, grandissima personalità di Sophia Loren. Nei momenti difficili come in quelli felici, non ha mai tradito se stessa. Ha tenuto la barra dritta, sempre. Non si è rifatta il naso nonostante le bocciature ai primi casting, non ha seguito i trend dello star system, ha mantenuto la sua visione su trucco, acconciatura e vestiti, ha lottato per coniugare lavoro e famiglia.

E come dimenticare, ancora, l’enorme professionalità: dal primo all’ultimo film, si è sempre messa al servizio del regista. L'ultima apparizione risale al 2020, nel dimenticabile "La vita davanti a sé" del figlio Edoardo Ponti: anche a 86 anni ha dimostrato di dominare la macchina da presa meglio di tutti.

Eterna.

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