ROMA - La produzione italiana di bevande analcoliche si è attestata anche nel 2009 a oltre tre miliardi di litri. Il fatturato è stato di 1,9 miliardi di euro e il giro d'affari complessivo ha toccato quota 3 miliardi. Lo ha rfeso noto Assobibe, l'associazione nazionale degli industriali delle bevande analcoliche. «Nonostante la crisi l'Italia ha saputo mantenere un andamento lineare caratterizzato da una crescita contenuta», ha spiegato il direttore dell'associazione, David Dabiankov.
Stabili anche i consumi di questa categoria merceologica sui 5 miliardi di litri annui, 3 miliardi dei quali relativi a bibite gassate e 2 di bevande piatte per un valore complessivo dei consumi pari a 6,5 miliardi.
Per quanto riguarda le diverse tipologie di prodotto gli italiani che consumano mediamente 66 litri annui pro-capite continuano quindi a orientarsi prevalentemente sul segmento gassate. Relativamente ai gusti nel nostro Paese si preferiscono le cole che rappresentano il 53,4% dei volumi complessivi di vendita, seguite dalle aranciate (21,5%) e dalle gazzose (9,3%). Più contenute le vendite di chinotto (3,5%), pompelmo (2,8%), limonata (2,7%) e acqua tonica (1,7%), mentre un 5,1% del mercato riguarda gusti vari.
Considerando l'andamento registrato negli ultimi sette anni, a fronte di una crescita costante nei volumi di bibite consumate, si è assistito a un continuo incremento delle bevande funzionali come energy e sport drink che sono passati dai 75 milioni di litri consumati nel 2001 ai 130 milioni del 2008.
A bere analcolico sembra essere soprattutto il Nord-Ovest della penisola dove si concentra il 29,6% del totale delle vendite, e il Sud (27,4%). Decisamente più bassi sono invece i livelli di consumo di Centro (21,6%) e Nord-Est (21,5%).
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