Il «Sogno» continua anche al cinema con i film di Buñuel

Lo straordinario Inception (firmato da Christopher Nolan), che potrete ammirare da venerdì 24 nelle sale milanesi, sarebbero piaciuto molto a Salvador Dalì. Anzi, ne avrebbe fatto una sorta di manifesto del suo concetto di cinema surrealista. Solo pittura e grande schermo, per Dalì, erano capaci di riprodurre l’«irrealtà», rappresentando quei sogni, quelle illusioni che erano considerate le strade per capire l’inconscio dell’uomo. In concomitanza con la mostra a Palazzo Reale, arriva anche la rassegna cinematografica Dalì, momenti di cinema surrealista, da oggi a domenica allo Gnomo, occasione preziosa per illustrare, con le immagini, il rapporto particolare, diretto e indiretto, che il grande Dalì aveva con la settima arte. A cominciare già da questa sera, con Un chien andalou, sceneggiato con Luis Buñuel, pellicola senza trama ma con immagini choc, dove la realtà lascia lo spazio al sogno; un piccolo capolavoro (Dalì lo riconoscerete nei panni di un prete trainato dentro un pianoforte) che prepara la strada a L’âge d’or (sempre stasera), ideato ancora con Buñuel, questo sì vero manifesto dei surrealisti parigini. Tema: l’amore folle tra un uomo ed una donna, che però non potranno mai unirsi. Il tutto, puntando il dito contro Chiesa e Stato. Domani, invece, alle 19, potremo vedere La coquille e le clergyman, di Germaine Dulac, che insieme ai due film della coppia Dalì-Buñuel può essere considerato parte di quel trittico che ispirò il cinema surrealista. Qui, un prete, una donna e un ufficiale si inseguono fino a un confessionale, dove il sacerdote strapperà il corsetto della donna con i suoi seni che si trasformano in conchiglie. Segue, alle 21, Andrò come un cavallo pazzo di Arrabal, che dimostra, a distanza di anni (il film è del ’73) come il surrealismo fosse ancora la chiave per colpire, allegoricamente, borghesia e benessere.

Venerdì, dopo Le sang d’un poète di Cocteau, non perdete Io ti salverò di Hitchcock, in particolare la sequenza onirica che fu ideata proprio da Salvador Dalì. Si continua sabato, con Il labirinto del fauno di Del Toro per finire domenica con La montagna sacra di Jodorowsky.

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