Il «sogno turco» di De Cataldo ha la voce di Mastandrea

Il caso ha voluto che la sua presenza alla Basilica di Massenzio, questa sera nell’ambito del festival Letterature, preceda di poche ore l’uscita del suo nuovo romanzo, che sarà avvolto da una fascetta emblematica: «Questo libro inizia là dove Romanzo criminale finisce». Si intitola Nelle mani giuste e sarà in libreria da domani (pubblicato da Einaudi Stile libero - Big) l’ultima fatica di Giancarlo De Cataldo, scrittore e giudice, autore di opere quali Teneri assassini, Nero come il cuore e, appunto, dell’affresco sull’epoca della banda della Magliana da cui Michele Placido ha tratto l’omonimo film. Per Letterature De Cataldo leggerà un racconto inedito sul tema di questa edizione «crossover, vicino/lontano», mentre l’attore Valerio Mastandrea leggerà il secondo capitolo del nuovo romanzo. «Le pagine che ho scritto per Massenzio si intitolano Un sogno turco - spiega lo scrittore -. La storia parte da alcuni elementi-chiave: un cortile, la volontà di evadere, una musica sbagliata, un patricidio rituale, l’abbandono di una frontiera verso una realtà forse priva di frontiere. Il tutto immerso in un’atmosfera di sogno, nella parte del mondo dove oggi sono le frontiere, cioè tra Turchia, Armenia, Medio Oriente. Il crossover è lì». Si profilano contenuti meno onirici, invece, per il libro. «Il romanzo è ambientato nel ’92-’93, dopo la strage di Capaci. Le mani giuste sono quelle in cui, purtroppo l’Italia nel bene o nel male finisce. Per ora mi limito a dire che è un racconto senza vincitori». Un quadro piuttosto pessimista, dunque, in cui la mafia eredita i mali delle generazioni precedenti. «Personalmente sono meno ”amaro” di quel che il libro fa pensare - precisa il curatore di antologie come Crimini -. Tuttavia, c’è sempre un punto della storia in cui personaggi e situazioni ti prendono la mano e sono loro a guidarti. In particolare, sono i tipi umani italiani, uomini e donne, a interessarmi, con la loro costellazione antropologica di riferimento, dai gusti musicali all’abbigliamento. Per descrivere un’epoca, è naturale, è indispensabile la fase di documentazione. Poi, come ci insegnano Dostoevskji e altri maestri, il narratore è bene scompaia e lasci in campo i personaggi». De Cataldo, pugliese, è il primo italiano a salire sul palco di Letterature 2007 e per di più in un «assolo» («ciò mi emoziona molto»), e non sarà il solo giurista: il 14 giugno ad esempio toccherà a Gianrico Carofiglio. La parte musicale della serata, con la regia è di Piero Maccarinelli, è affidata a Mario Camporeale, Tullio Visioli e Luca Venitucci, che ricorda come più che a un «accompagnamento» si darà vita a «trasposizioni in musica di segmenti del testo». Infine, una curiosità: De Cataldo non intende lasciare la magistratura.

«È un mestiere saldamente ancorato alla realtà, l’amore per la letteratura che provo fin da quando, a sei anni, lessi Le novelle esemplari di Carlo Collodi, non mi farà smettere di fare il giudice».
Basilica di Massenzio, ore 21, ingresso libero. In caso di pioggia, l’incontro di terrà al teatro Quirino. Informazioni: 06.82059127.

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