Nei giorni scorsi, aprendo le pagine di Genova e della Liguria del Giornale, ho iniziato a leggere la lettera del signor Giovan Battista Raggi - incuriosito anche dal fatto che fosse il tesoriere regionale del Partito democratico e che intervenisse nel bel dibattito sui giovani e la politica e nella querelle lanciata da voi fra «i Renzi» e «i Basso» - e man mano che scorrevo i «sogni» mi dicevo, non avendo il piacere di conoscerlo, che lelenco dei sogni era esattamente quello mio.
In fondo, un piccolo dettaglio, quellasterisco che lo identificava come esponente e dirigente del Partito Democratico mi rivelava che il suo percorso politico era esattamente antitetico al mio, che ho sempre militato nel Pdl e ora sto in «Liguria Moderata». Ma quello che mimportava e mimporta, è di aver trovato uno che la pensa come me tanto da farmi esclamare «fratello mio come parli bene!».
Ora, caro Direttore Lussana, oltre a ringraziarti di avergli dato ospitalità e di consentirmi così di conoscere una persona che ha dei sogni così belli e condivisibili, almeno da me, ma non dubito che altri li condividano, devo ammettere che mi hai messo in una grande dilemma.
Sono io col mio percorso che sono arrivato alle aspettative di un lettore, o è il lettore che seppur per strade diverse è arrivato alle mie stesse conclusioni?
Il dilemma non è da poco, e davvero fa riflettere su tante cose. Se Raggi ed il sottoscritto hanno gli stessi sogni, quantomeno i nostri rispettivi partiti di provenienza devono aver sbagliato qualcosa o, più probabilmente, la via che essi perseguono è avulsa da quella che la gente, in questo caso due come noi, sogna per il futuro della nostra Italia.
Uguaglianza, libertà, fratellanza, giustizia, se ci riconosciamo in questo è probabile che abbiamo preso consapevolezza che questa è la sola via che può condurci fuori dalla palude e, allora bando agli schieramenti chiamiamo a raccolta chi sogna come noi e cerchiamo di realizzarli.
Dicevo del percorso, non mimporta di quello che è stato per entrambi, se le conclusioni sono identiche, vuol dire che o siamo pazzi sognatori tutti e due o le conclusioni logiche e le valutazioni, ci hanno portato alle medesime conclusioni, seppur oggi solo sognate, sono le stesse.
Allora mi viene in mente un detto: non importa se il gatto è bianco o rosso, importante è che prenda i topi.
In un contesto in cui i topi la fanno da padroni, lunione dei gatti può rappresentare la svolta epocale per ristabilire lequilibrio e la realizzazione non solo dei sogni, ma di una realtà vicina alla gente. Cominciamo a muoverci.*socio fondatore di Liguria Moderata
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