A soli sei anni in tribunale per testimoniare contro il papà

Viterbo In tribunale ci sarà anche la piccola Erika. A solo sei anni sarà parte civile contro il padre, Paolo Esposito, accusato assieme alla zia, Ala Ceoban, di avere ucciso la madre e la sorella. I due devono rispondere dell’assassinio e dell’occultamento dei cadaveri di Tatiana Ceoban, moldava, 36 anni, e della figlia Elena, 13 anni, entrambe scomparse misteriosamente a Gradoli, in provincia di Viterbo, il 30 maggio 2009. Ieri, in apertura di dibattimento, davanti alla Corte d’Assise di Viterbo i giudici hanno ammesso la costituzione di parte civile proprio della piccola Erika, contro il padre Paolo e la zia Ala. I difensori di Esposito, gli avvocati Mario Rosati ed Enrico Valentini, hanno già annunciato ricorso contro la decisione. Analoga iniziativa potrebbe essere presa dal difensore di Ala, Pierfrancesco Bruno.
Gli imputati per la morte di madre e figlia sono l’ex compagno di Tatiana e la sorella Ala, cioè la zia della giovane Elena, nata da un precedente matrimonio di Tatiana con un connazionale. Subito dopo la Corte ha ammesso la costituzione di parte civile anche di Elena Nekifor, madre di Tatiana e Ala e nonna di Elena. In questo caso è la madre che si è costituita parte civile contro la figlia. I testimoni ammessi dalla Corte sono 63, i periti 4. Tra questi ci sono anche Giorgio Portera, ex ufficiale dei Ris di Parma, incaricato dal tribunale di Salerno del caso di Elisa Claps, e Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma.
La Corte si è invece riservata di decidere sulle richieste delle difese di effettuare perizia dinamica sulle tracce di sangue trovate nella cucina della casa di Gradoli e di acquisire i tabulati telefonici delle utenze a disposizione di Tatiana e della madre. Secondo l’accusa, l’ex compagno e la sorella di Tatiana, che avevano una relazione clandestina, avrebbero ucciso madre e figlia per non avere più ostacoli alla loro storia. Esposito e l’amante avrebbero anche temuto che Erika venisse affidata alla madre.

Una ricostruzione contestata dai difensori degli imputati. I corpi delle due donne non sono stati mai trovati. A loro dire Tatiana e la figlia si sarebbero tornate in patria. Ma i loro passaporti sono stati ritrovati nell’abitazione.

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