da Roma
La Lega già la considera una sua vittoria. A palazzo Madama, infatti, giovedì della prossima settimana, il Senato discuterà la mozione di solidarietà nei confronti di Benedetto XVI presentata dal Carroccio, a seguito delle reazioni suscitate nel mondo islamico dalla sua lezione di Ratisbona. Ed infatti esulta un ex ministro come Roberto Castelli, al termine della conferenza dei capigruppo: «Sono molto contento per questo risultato - ha spiegato il presidente dei senatori della Lega - perché saremo lunico Parlamento in Europa a occuparsi della questione». Un curioso contrappunto lega la notizia del dibattito sulla mozione Ratzinger, a quello animatissimo sulla consulta islamica che ha animato le agenzie di stampa in tutta la giornata di ieri.
Mentre era in corso lattesa riunione con gli esponenti delle comunità islamiche, infatti, a metà pomeriggio, una nota del ministero dellInterno precisava: «La riunione di oggi della Consulta per lIslam italiano, come già spiegato al termine della precedente riunione, non è mai stata destinata alla firma della Carta dei principi e dei valori». Un comunicato reso necessario dagli articoli che in tutti i giornali indicavano la riunione di ieri come il redde rationem per lUcoii: o dentro o fuori, accettare il testo predisposto dal ministro o uscire dallorgano di rappresentanza. E così, se è vero che la firma «non era prevista» per ieri (come informava il comunicato, è indubbio che il problema dellUcoii esista, che lassociazioni continui a rifiutare il metodo della Carta, e che la questione si riproporrà nei termini che abbiamo descritto fin dalle prossime ore. «Imporre la firma ad una sequela di condizioni ai musulmani, condizioni non imposte a nessun altro in questo paese - attacca per esempio Dacia Valent, portavoce della Iadl (Islamic anti defamation league) sulla falsariga di quanto detto anche da altri esponenti delle organizzazioni musulmane più radicali - ha il sapore amaro delle leggi razziali». Ma proprio per prevenire questa obiezione, al ministero ripetevano: la «Carta dei valori» ideata dal ministro Amato può riguardare anche i membri delle altre comunità religiose. In serata, mentre il ministro abbandona la riunione-fiume per seguire gli ultimi sviluppi sulla vicenda dellaereo dirottato, erano molte le voci che si levavano nel centrodestra per chiedere una linea più dura nei confronti dellassociazione. «Lipotesi che lUcoii rifiuti di firmare una carta dei valori condivisa - attacca per esempio la parlamentare di Forza Italia, Jole Santelli - è sconcertante, come la propaganda antisemita di cui è stata protagonista nelle settimane scorse». Aggiunge la deputata azzurra: «È giusto che le comunità si impegnino a rispettare le leggi fondamentali del paese in cui vivono. Se non vogliono farlo - conclude - non cè motivo che continuino a sedere a quel tavolo».
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