Gianluigi Nuzzi
da Milano
A un mese esatto dalle elezioni, è pronta una nuova richiesta di rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi: riguarda la presunta corruzione di Mills come teste nei processi sullacquisto dei diritti televisivi.
A limare la richiesta sono due sostituti procuratori di Milano: Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale. Questultimo ha infatti appena rispedito ai mittenti, i difensori di Silvio Berlusconi e dellavvocato inglese David Mills, tutte le richieste di ulteriori indagini che erano state avanzate martedì, per approfondire linchiesta appena terminata.
Questo significa che lindagine per corruzione in atti giudiziari, conclusa il 16 febbraio con il deposito dei faldoni raccolti dal Pm, è ora matura per la richiesta di rinvio a giudizio. Che verrà formalizzato per il presidente del Consiglio e per il professionista londinese già nei prossimi giorni. Cè chi scommette che la procura formalizzerà la richiesta entro fine settimana o tra lunedì e martedì della prossima. Si terrà quindi ludienza preliminare sullaccusa rivolta al presidente del Consiglio di aver nel girato sette anni fa 600mila dollari allavvocato Mills, marito del ministro della Cultura britannico Tessa Jowell, come ricompensa per latteggiamento avuto come teste in due processi.
Una tesi che è stata sempre smentita dal premier: nessun passaggio di denaro e nessuna corruzione. Come più volte ha spiegato il difensore Nicolò Ghedini, diversi documenti bancari dimostrano che quei soldi provengono non da Berlusconi ma da altri clienti dellavvocato Mills. «Alla Procura di Milano la verità non interessa» è il commento di Ghedini. «Siamo di fronte - ha detto - è un fatto di inaudita gravità che dimostra la sussistenza di una totale prevenzione nei confronti di Silvio Berlusconi e di voler perseguire una tesi già precostituita». Inutile la richiesta di poter disporre di altri due mesi e di verificare alcuni aspetti dellinchiesta. Invece, con un provvedimento di tre pagine, De Pasquale cassa tutti i sette supplementi investigativi presentati dai difensori, respingendo con argomentazioni anche assai stringate ad una ad una ogni richiesta. Il magistrato non è certo tenero con gli avvocati. giudica le loro richieste ogni volta «generiche», «irrilevante», «non decisivo» oppure, ancora, «prive di contenuto concreto». Viene quindi bocciata la richiesta di poter disporre di altri due mesi per nuovi e ulteriori accertamenti difensivi, avanzata da Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi. Bocciato anche un nuovo interrogatorio di Mills, che poteva chiarire la sua posizione dopo le versioni contrastanti fornite. De Pasquale osserva che Mills era stato citato per il 29 novembre scorso ma non si era presentato in Procura. Tra laltro proprio ora, terminate le indagini preliminari, aveva facoltà di chiedere un interrogatorio conclusivo. Ma questa facoltà non è stata esercitata. Ancora: superflue ulteriori traduzione di atti in inglese, come le trascrizione di nastri e una ulteriore rogatoria alle Bahamas sui movimenti legati al conto sul quale sarebbero transitati i soldi.
Sul riflessi «politici» della vicenda torna invece LEspresso raccontando che dal febbraio del 2004 il ministero dell'Interno inglese, sarebbe stato al corrente del «regalo» da almeno 600mila dollari ricevuto da Mills. Ad avvisare lorganismo antiriciclaggio del ministero era stati dei professionisti, i commercialisti dello studio londinese Rawlinson & Hunter.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.