Sollevamento Pesi, doping nel mirino

Una sfida ai pesi da sollevare, un’altra al doping. È questo il filo conduttore del Symposium mondiale che si è appena concluso all’hotel Airport Palace di Ostia dietro la regia della Fipcf, la Federazione italiana pesistica e cultura fisica capace di radunare centottantatré rappresentanti di 68 Paesi al fine di mettere a punto una strategia unica in vista del futuro di uno sport che non è fatto solo «alzate» e «strappi» e che cerca con tutte le sue forze di staccarsi di dosso etichette poco consone allo spirito decoubertiniano.
Così, in vista dei Giochi di Pechino e nella lunga attesa per quelli successivi di Londra, il mondo del sollevamento pesi si è confrontato sui temi più attuali, compreso - appunto - quello della lotta al doping. Che secondo il presidente federale Antonio Urso, che ha dato il via ai lavori, è una «piaga soprattutto culturale» di tutto lo sport. Presenti il segretario generale del Coni Pagnozzi e il vicepresidente Agabio, oltre al numero uno della Fijlkam Pellicone, a Patrick Shamasch, direttore della Commissione medica del Comitato olimpico internazionale e ai massimi rappresentanti dell’Iwf, la federazione mondiale dei pesi, sono stati festeggiati i 110 anni del movimento pesistico italiano, fra l’altro ricordati con la realizzazione del libro dell’architetto Livio Toschi, «La meravigliosa avventura della pesistica italiana», mentre venivano snocciolati i dati e i numeri di un movimento sempre più in espansione. Il tutto, però, sotto il comun denominatore della battaglia aperta all’assunzione di stimolanti da parte degli pseudosportivi. Una guerra dichiarata e sottolineata con fermezza anche dal deus ex machina mondiale Tamàs Ajàn, entusiasmato dalla massima partecipazione di addetti ai lavori, record nella storia dei Symposium di settore. Inevitabile attenzione è stata inoltre data ai riscontri del dottor Shamasch: nel 2004, all’Olimpiade di Atene, furono effettuati complessivamente 2.

383 test antidoping (a carico di tutte le discipline), tra cui 320 mirati alla ricerca di Epo, 50 di Gh, 306 per individuare eventuali trasfusioni e calcolare il tasso di ematocrito. E, prima dei Giochi, erano stati effettuati altri 543 controlli. Ne deriva che i test a Pechino saranno raddoppiati e il Cio ne ha annunciati 4.500 solo in concomitanza delle gare.

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