Solo Benigni non brilla tra le stelle di Fiorello

Dopo lo strepitoso intervento di jovanotti il comico resta fermo alle battute sul Cav

Solo Benigni non brilla tra le stelle di Fiorello

Più controllato del solito, quasi sottotono, Roberto Benigni è arri­vat­o in smoking sulle note di La por­ti un bacione a Firenze per il gran fi­nale di #ilpiùgrandespettacolodo­poilweekend. Quaranta minuti di esibizione comprendente un mo­nologo sull’attualità politica con la solita predilezione, intercalati dal tormentone non c'è più . Indovina­te chi. «Comunque, Fiorello, il tuo show mi è proprio piaciuto», ha provato a carburare Roberto. «C’era quella bella idea di parlare con i presidenti stranieri. Un comi­co che parla con i politici stranie­ri... Un’idea nuova», ha ammicca­to, evocando il Cav. «Ma io non vo­­levo parlare di Berlusconi, sonosta­ti loro, Mazza e Fiorello, a insistere: daje, daje su Berlusconi, mi diceva­no. E allora che volete fare... Ma con questa crisi non ci si capisce più niente. Chi sta all’opposizione e chi no... Però, ragazzi, quanto ci siamo divertiti prima... Adesso che non c’è più, nessuno ne parla. Inve­ce io sì», ha rivendicato quasi am­mettendo scarsa originalità. «Ma lo faccio perché gli voglio bene. Sil­vio... La sua storia dovremmo rac­contarla come una favola. La favo­la del Cavaliere con le principesse, tutte sul pisello. La più giovane di tutte era la nipote del gatto con gli stivali...». Poche novità, insomma. E, paradossalmente, proprio la par­te sull’ex premier, più dell’ Inno del corpo sciolto e i ricordi di Pertini e Andrea Pazienza, è stata la parte meno noiosa della sua performan­ce, un po’ abborracciata.

Ieri si scommetteva sugli ascolti della quarta e ultima puntata e sta­mattina si vedrà se sarà record op­pure no. Comunque vada, per la Rai di questi tempi è stato ben più che un successo. Una manna. Niente quinta puntata però («sono pigro e stanco e ho 52 anni»). E nemmeno «Il meglio di». Arrive­derci a chissà quando. Comunque sia, vista l’aria che tira, meglio te­nerselo stretto Fiorello, «ilpiùgran­deintrattenitoredopoilbigbang» come ha confermato in diretta an­che Benignaccio - «il più grande showman d’Italia» - alla faccia dei rosiconi. E come si è visto anche nella serata di ieri, in tutto il suo eclettismo di cantante, comico, monologhista. Iniziata con una versione aggiornata di Alla fiera dell'est , trasformata nella «fiera del premier, che per due soldi un po­chettino le tasse aumentò ».«E ven­ne l'Ici che si mangiò l'Irap... E la Robin tax che con gioia l'italiano pagò, che per due soldi non scorde­rai proprio il canone Rai » (ricorda­to anche nei break pubblicitari). Poi Vespa che «stasera non lo fac­cio andare in onda, tanto dopo di noi rifà il nostro spettacolo». Poi ancora musica e il duetto tra (Roberto) Bolle e «bollito», perché «lo sapete, volevo fare il ballerino». Però «lui è un' étoile e io 'na toilette».

Oltre a Benigni,l’altro big del­la serata, lui sì una scarica di ener­gia, è stato Jovanotti, che dal suo bellissimo disco ha prestato la cover per il titolo dello show. Buona musi­ca e soprattutto un testo formidabile, da far ascoltare e riascoltare ai no­stri pischelli perché im­p arino che il più grande spettaco­lo­dopolana­scita del mondo «siamo io e te».

Già, i pischelli, gli sbarbati, gli adolescenti. Ai quali Fiorello ha de­dicato i suoi monologhi più trasci­nanti. Come quello di ieri sui profi­­lattici, parolona che secondo qual­cuno in Rai non si potrebbe pro­nunciare. E allora, per smaschera­re ipocrisie e perbenismi, Fiore sfo­dera tutti i sinonimi del caso... «Il profilattico chiamatelo come vole­te, anche Tindaro come me», per­ché se previene l’Aids è come il Be­ghelli, un «salva la vita pischelli». Fortuna che c’è uno showman dal tocco leggero che può permettersi digressioni e allusioni spericolate grazie al pieno controllo di testi e linguaggi, paradossi e sfumature comiche. Tecnica e talento, insom­ma. Ma anche la capacità di rischia­re, di mettersi in gioco da padre cin­quantenne di due ragazzi.

Uno dei fili conduttori delle serate fiorelle­sche è stato proprio questo. Geni­tori e figli, l’educazione, l’età difficile dell’adolescenza, la comunicazionetragenerazio­ni. Temi sfiorati anche da Jo­vanotti con la pensosa Ora. Prima dell'omaggio finale a Pippo Baudo.

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