«Solo spiccioli per Milano subito il tavolo con Prodi»

Ieri il vertice tra sindaco, governatore e Padoa Schioppa su Finanziaria e infrastrutture. La Regione: «Siamo totalmente insoddisfatti»

Maria Sorbi

Convocare con urgenza un tavolo su Milano. Per parlare delle infrastrutture che non ci sono, dei soldi promessi da Roma e mai arrivati, dei fondi stanziati e mai erogati. Il sindaco Letizia Moratti e il presidente della Regione, Roberto Formigoni, uniscono le forze e pungolano in coro il Governo per affrontare le emergenze lombarde: metropolitana, Pedemontana, Brebemi, tangenziale est esterna di Milano. E, non ultima, Malpensa.
L'ennesima occasione per sollevare il grido di dolore, sempre più preoccupato, e risvegliare l'attenzione verso Milano e la Lombardia è stata la colazione istituzionale di ieri in Prefettura con il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Tra il primo e il caffè, non sono stati tanti i giri di parole di Moratti e Formigoni, ben decisi a portare a casa risultati sicuri: innanzitutto la convocazione di un tavolo sulle infrastrutture con il premier Romani Prodi, i ministri competenti e i tre rappresentanti delle istituzioni lombarde, tra cui anche il presidente della Provincia, Filippo Penati, che, pur assente dal pranzo con Padoa-Schioppa, ha dato la sua piena approvazione alle richieste di Moratti e Formigoni.
«Siamo fortemente preoccupati - spiega il sindaco - per le infrastrutture che mancano a Milano e al suo territorio. Abbiamo chiesto una particolare attenzione al governo, in particolare anche per Malpensa. Inoltre, i fondi già stanziati dal Cipe per le metropolitane non sono ancora stati erogati».
Usa toni più aspri Roberto Formigoni, che si dice «totalmente insoddisfatto» per la manovra Finanziaria e per gli impegni presi solo a parole e non ancora nero su bianco da parte del ministro alle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che alcuni giorni fa aveva garantito i finanziamenti per la Pedemontana. «Sulle infrastrutture - ribadisce il presidente lombardo - ci vogliono denari contanti. Adesso dobbiamo negoziare perché i ministri prendano la penna e diano a Milano e alla Lombardia le cose di cui abbiamo bisogno e perché mantengano gli impegni presi. Ora e negli anni scorsi». Prima che la Finanziaria sia definitiva e releghi i progetti lombardi sulle grandi opere al libro dei sogni, si gioca il tutto e per tutto puntando sulle negoziazioni in Parlamento. È lì che i rappresentanti delle istituzioni lombarde vogliono mettere a segno il goal definitivo «a favore dei cittadini». «Noi - aggiunge il governatore della Lombardia - negoziamo, negoziamo, negoziamo fino alla fine». Se le trattative dovessero andare bene, la Lombardia potrebbe avere la tanto attesa Pedemontana tra otto anni e ancora più velocemente i prolungamenti della linea metropolitana.
Sulla questione Malpensa si è tornati a ribadire l'urgenza di rilanciare l'aeroporto lombardo, di trasferire da Fiumicino la base operativa e di incrementare il numero dei voli, anche in vista di una «rinascita di Alitalia».

Il ministro Padoa Schioppa non preclude nessuna soluzione per le infrastrutture lombarde e sottolinea che, anche se nel testo della Finanziaria non si parla esplicitamente di Milano, i fondi ci sono, seppur «prosciugati». «Abbiamo trovato una situazione - si giustifica - in cui il prosciugamento dei fondi per le infrastrutture era gravissimo».

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