Solo VDH davanti a Rosolino e Magnini Super Pippo: «Ma i 100 li vinco io»

I 200 sl all’extraterrestre Van den Hoogenband. Boggiatto argento nei 200 misti, Sacchin bronzo nei tuffi

nostro inviato a Budapest
«Mi sento come in Paradiso». Peter van den Hoogenband ha la faccia di un uomo felice e di un olandese simpatico. Non misura parole e sensazioni. Il mostro è tornato, forse ha avuto paura. Sì, paura anche per uno come lui che gronda medaglie e record. Dal 1999 ad oggi ha mollato una sola volta il titolo europeo dei 200 sl, guarda caso a quell’italiano duro a morire che anche ieri gli è stato dietro fino all’ultimo. Mai davanti. VDH e Maxi Rosolino si conoscono e si rispettano, si combattono a colpi di bracciate. Ieri c’era pure il terzo incomodo, che da oggi diventerà l’uomo col quale giocare a braccio di ferro nei 100 stile libero. Filippo Magnini è rimasto dietro ai due, voleva provare qualcosa: ha tentato, poi ha rischiato di affogare, infine ha ritrovato aria per dire all’olandesone volante: noi non ti molliamo.
Un, due, tre: VDH, Rosolino, Magnini, ecco il podio dei 200 stile, una delle gare che fa spettacolo e cuore nei campionati del nuoto. Due italiani a far la corte al podio dell’olandese. Lui stravolto dalla voglia di essere felice dopo un anno passato tra sala operatoria e palestra, piscina e incertezze. Racconta: «Dopo l’operazione di ernia al disco, ho ricominciato da zero. È stata dura. Sono felicissimo, in vita mia ho vinto tanto, ma questo successo resta uno di quelli che mi piacciono di più». I nostri nella parte dei cavalieri, pronti ai complimenti ma senza macchia e senza paura. Magnini con il chiodo fisso in testa: «Questo bronzo è spettacolare, però nei 100 il più forte sono io». Ha già battuto VDH agli europei di Madrid, oggi ripartirà con qualificazioni e semifinale. La sfida continua. «Spero che Peter sia in forma, vorrà fare la doppietta e allora sarà una gara al massacro».
Piovono medaglie, ma l’Italia cerca ancora un oro. Magnini non vuole restituire il titolo. Ieri l’Italnuoto ha raccolto due argenti e un bronzo (per ora le medaglie sono sei). Rosolino non ha tradito, Magnini ha faticato nella semifinale della mattina («Non ho la resistenza a turni così vicini»), è rispuntata la faccia impenitente di Alessio Boggiatto nei 200 misti: argento come quattro anni fa a Berlino, segnale che qualcosa è cambiato nella vita e nelle abitudini. L’interessato dà merito al trasferimento a Roma. «Ho cambiato società, questo è un argento preziosissimo: dedicato a chi ha creduto in me». Ora potrà pensare anche allo studio, si è iscritto all’università Luiss del Vaticano, studierà Comunicazione, marketing e strategia del credito. Ieri ha provato altra strategia. Ha rischiato di restare schiacciato tra due ungheresi. Laszlo Cseh, uno dei fenomeni d’Europa, era un motoscafo imprendibile. L’altro, Tamas Kerekjarto, pensava d’averla fatta franca. Boggiatto è passato sesto ai 100, quarto all’ultima virata, poi ha messo il turbo. Il senso della suspense non gli è mai mancato, ma troppe volte ha buttato via una medaglia per un qualche centesimo, stavolta ha ripagato: tre centesimi davanti all’ungherese. Ed oggi occhio! Facci e Bossini (primo e secondo tempo nei 200 rana) promettono pepite.
Non ci hanno fatto mancare il bronzo di giornata neppure i tuffi: Christopher Sacchin, 23 anni, bolzanino purosangue, scuola Cagnotto, ha infilato una bella serie ed è stata medaglia.

Tipo alla camomilla quando parla, più bravo a scatenarsi dal trampolino oppure davanti alla batteria. Suona in un complesso, musica metal alternativa, va in giro con un chopper 650, quelle moto stile Easy Rider. Il suo motto? Cento tuffi al giorno per vincere una medaglia. Ce l’ha fatta.

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