Attesa. È questa la parola dordine che circola nel settore dellauto aziendale. Attesa che la partita fiscale aperta dalla Finanziaria trovi una soluzione definitiva, in grado di riportare la deducibilità dei costi delle vetture aziendali a un livello meno penalizzante per il comparto. Uno stato danimo diffuso, del quale si fa interprete Aniasa, lassociazione aderente a Confindustria che riunisce le società operanti nellautonoleggio e nei servizi di fleet management.
«Allorigine di tutto cè il decreto emanato dal governo per recuperare sul fronte delle imposte dirette il mancato gettito derivante dalla sentenza della Ue, che costringe lItalia a innalzare la percentuale di detraibilità dellIva sui veicoli aziendali oltre lattuale 15% - spiega Gianluca Soma, presidente di Aniasa -; il problema è che si è trattato di un intervento troppo pesante, calcolato sullipotesi irrealistica di un rimborso dellIva addirittura del 100%». Tutto questo ha generato tra gli operatori un clima dincertezza, favorito anche dal fatto che la pubblicazione della sentenza europea, più volte annunciata, ancora non cè stata. Non deve stupire, quindi, se nella prima parte del 2007 il trend dimmatricolazione delle vetture aziendali risulta lontano dalla crescita in doppia cifra al quale il settore aveva fatto labitudine negli ultimi anni. «Nel periodo gennaio-maggio siamo stabili o in leggera discesa rispetto al 2006 - conferma Soma - mentre limmatricolato complessivo dellauto cresce, anche sulla spinta degli incentivi alla rottamazione». Per Aniasa, quindi, è urgente che la pubblicazione della sentenza metta un punto fermo dal quale partire per un riequilibrio dellimpatto fiscale a carico delle aziende. «Una volta sancita la percentuale effettiva di detraibilità dellIva, si potrà intervenire in tempi rapidi - auspica Soma - anche perché il decreto correttivo rientra nei poteri del ministero delle Finanze, senza bisogno di passare dalle Camere». Nel frattempo, a rasserenare il clima, sono giunti alcuni segnali di buona volontà da parte del governo, come leliminazione del conguaglio relativo al 2006 o la circolare con la quale si è riportato il benefit a carico dei dipendenti che usano lauto aziendale al 30%, invece del 50% previsto dal decreto. Indicazioni che gli operatori delle flotte giudicano positivamente, certo, ma non ancora sufficienti per ripartire dopo mesi di stallo e confusione. Dai quali il noleggio a lungo termine è stato comunque meno danneggiato rispetto, per esempio, al leasing.
«Il motivo va ricercato nel fatto che il noleggio ha in sé vantaggi che prescindono dal quadro fiscale - conclude Soma - perché permette ai clienti di usufruire delle economie di scala realizzate a monte dalle società di renting».
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