Sommossa di via Sarpi: "Intervenga il governo"

Interrogazione al ministro degli Esteri e a quello della Giustizia. Il consolato cinese non aiuta la procura a trovare due indagati per l'assalto ai ghisa. De Corato: "Fatto grave"

Qualcosa, anzi qualcuno, non torna. L’indagine della Procura sugli scontri in via Paolo Sarpi dell’aprile 2007 resta incompleta. Come scritto martedì dal Giornale, il pubblico ministero Piero Basilone è stato costretto a rimandare la richiesta di rinvio a giudizio per i presunti responsabili della rivolta in attesa di informazioni da parte del consolato cinese su due indagati irreperibili. Risposta che, per sette mesi, non è mai arrivata. La vicenda, ora, supera i confini urbani e approda direttamente a Roma. Il vicesindaco Riccardo De Corato, infatti, ha deciso di presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere al ministro degli Esteri e a quello della Giustizia di interessarsi del caso.
Il documento, datato 9 luglio, ricostruisce il pomeriggio della «sommossa». «Il 12 aprile 2007 - scrive il deputato di Allenaza Nazionale - il quartiere Paolo Sarpi a Milano è stato scenario di una violenta rivolta da parte di cittadini cinesi nei confronti di agenti di Polizia Locale in servizio. Nel corso di quegli scontri, 14 vigili sono rimasti feriti e diverse automobili in sosta, tra cui le vetture della Polizia Locale, sono state assalite e danneggiate». Ancora, «a seguito di quel grave episodio, il pm Piero Basilone, titolare dell’inchiesta, ha chiuso le indagini, nel novembre 2007, per 43 indagati, identificati dagli inquirenti anche grazie alle telecamere del Comune posizionate nel quartiere» e «dei 43 indagati, due, di nazionalità cinese, sono tuttora irreperibili e la Procura, non conoscendo la loro residenza, non è riuscita a rintracciarli e a notificare la richiesta di rinvio a giudizio».
De Corato, dunque, chiede ai ministri «se non ritengano grave il fatto che, nonostante l’inchiesta sia stata chiusa nei tempi previsti dalla legge, il pubblico ministero non possa formulare la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare del processo non possa essere fissata perché due dei 43 indagati sono tuttora introvabili», e invita ad «attivarsi per le rispettive competenze considerato che, nonostante siano già state inoltrate al consolato cinese ben due richieste, prima dalla Polizia Locale nel dicembre 2007, poi dallo stesso pm Basilone un mese dopo, non sia arrivata finora dalla Repubblica Popolare Cinese, attraverso il consolato, alcuna risposta in merito ai due cinesi indagati per gli scontri».
La palla, dunque, passa al Parlamento. La Procura, intanto, sembra orientata a formulare la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati, inclusi i due irreperibili.

Che, a questo punto, difficilmente si presenteranno spontaneamente davanti al giudice. A meno che un intervento da Roma non solleciti gli uffici consolari di via Benaco a dare al magistrato una risposta che si attende da sette mesi.

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