Roma - Se gli elettori se lo ritrovassero oggi sulla scheda, il partito di Gianfranco Fini viaggerebbe su percentuali da Pli o Psdi delle annate peggiori. Una Democrazia proletaria, o un Pdup in cerca, non della maggioranza dei consensi, ma nemmeno di una pattuglia di parlamentari in grado di condizionare il corso della politica. Semmai in lotta per ottenere un paio di seggi e il diritto di tribuna.
Che i sondaggi non fossero favorevoli ad un eventuale partito del presidente della Camera non era un mistero. La misura esatta del quanto, sta tutta in un sondaggio realizzato tra il 30 agosto e il primo settembre da Euromedia Research di Alessandra Ghisleri, su un campione di 1.000 intervistati. Per il sondaggio sono stati presi in considerazione due scenari: il primo prevede il partito di Fini da solo, svincolato sia dal Pd sia dal Pdl, il secondo che simula elezioni con Fli alleato del Partito democratico.
Nel primo caso la nuova forza politica otterrebbe un risultato compreso in una forchetta tra l’1% e il 3%. Andrebbe peggio nel caso di una scelta di campo per il centrosinistra, con consensi che andrebbero tra l’1% e il 2%.
In entrambi i casi sarebbe praticamente da escludere la presenza parlamentare dei finiani, visto che la soglia per la Camera - a legge elettorale vigente - è del 4% nel caso in cui il partito sia svincolata dalle coalizioni e del 2 per cento in caso di liste collegate. Al massimo, al partito di Fini potrebbe andare qualcosa con la ripartizione dei resti tra il migliore dei partiti di coalizione sotto la soglia del 2%, scappatoia prevista dalla legge elettorale per garantire una presenza anche ai micro partiti. Ancora più difficile superare le soglie regionali per il Senato.
Sempre che non venga cambiata la legge elettorale. E che Fini non cambi idea sulla legge elettorale e, da alfiere del maggioritario, si faccia fautore di un proporzionale purissimo. Alchimie elettorali a parte, il problema politico resta e peserà sulla festa di Mirabello.
Anche se è difficile immaginare un cambiamento di rotta di Fini o un chiarimento sulla vicenda della casa di Montecarlo, che pesa sui consensi del presidente della Camera tra i moderati. Come la pensa lui l’ha scritto ieri La Stampa. Mollare? «Ci mancherebbe, sono un Capricorno!».