Sondaggi da record e guerra di poltrone: così la Lega si (s)lega

La rana di Fedro voleva diventare più grande del bue. E a forza di gonfiarsi scoppiò. Secondo gli ultimi sondaggi la Lega Nord potrebbe passare da un consigliere comunale a undici. Abbastanza per scatenare al suo interno una guerra di tutti contro tutti che rischia di trasformare un trionfo in una Caporetto. Salda l’alleanza con il Pdl e soprattutto con Letizia Moratti che pare aver ben chiaro di quanto il Carroccio sia fondamentale (anzi indispensabile) per una sua riconferma, le guerre sono tutte nei corridoi di via Bellerio. Con i colonnelli pronti a schierare le truppe per dar l’assalto a Palazzo Marino. Consapevoli che chi questa volta prenderà la poltrona di vicesindaco, la prossima potrà puntare alla fascia tricolore. Cambiandola magari con un vessillo un po’ più lumbàrd.
La madre di tutte le battaglie, dunque, è oggi quella per il vice di Letizia Moratti. Il sindaco in cerca di riconferma che a Umberto Bossi avrebbe addirittura lasciato intravvedere la possibilità di annunciare un ticket elettorale con il nome del vicesindaco già prima dell’apertura delle urne. Fosse per lei il numero due per i prossimi cinque anni sarebbe Matteo Salvini. Giovane, europarlamentare, molto telegenico, una lunga esperienza tra i banchi del consiglio comunale e soprattutto una lunga militanza tra mercati e piazze della città. Uno attento al territorio, insomma, l’ideale per sostituire Riccardo De Corato che del contatto con i milanesi ha sempre fatto un motivo d’orgoglio e di forza. Tanto che tra i vertici dei partiti si fa sempre più strada l’ipotesi del doppio vicesindaco. Un modo per accontentare, con la riconferma di De Corato, il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa e ricompensare la Lega che gli ultimi sondaggi danno addirittura tra il 12 e il 14 per cento. Una straordinaria avanzata rispetto al flop di cinque anni fa che la vide ferma a un misero 3,8 per cento e due consiglieri. Con l’ex ministro del governo Berlusconi Giancarlo Pagliarini transitato presto nella Destra di Francesco Storace e poi nel gruppo misto. A insidiare la candidatura di Salvini c’è però Davide Boni. Presidente del consiglio regionale in rotta di collisione col governatore Roberto Formigoni e con i leghisti del Pirellone (il vicepresidente Andrea Gibelli e il capogruppo Andrea Galli), potrebbe essere dirottato a Palazzo Marino. Ci rimetterebbe molti euro, ma ne guadagnerebbe in visibilità. Forse per questo ha appena firmato un contratto di consulenza con Roberto Poletti, già consulente con un ricco onorario per Atm e uomo di punta nello staff della comunicazione della Moratti. Strane coincidenze. Per risolvere il derby, importante sarà il parere del segretario nazionale della Lega lombarda Giancarlo Giorgetti. Da sempre molto legato a Salvini. Anche se nella partita a giocare un ruolo decisivo saranno il ministro Roberto Maroni e tornato a occuparsi del partito nonostante l’impegno al Viminale. Ma anche il capogruppo della Lega a Montecitorio Marco Reguzzoni, la fedelissima del «Capo» Rosi Mauro e Renzo Bossi che, soprattutto in Lombardia, vede crescere il suo potere. Come testimonia la sua nomina a «responsabile dei media padani».
Grandi movimenti anche per i posti da assessore che per la Lega potrebbero passare da uno a quattro. Magari a tre nel caso di un vicesindaco leghista con deleghe importanti come il traffico o la sicurezza sulle quali gli uomini di Bossi puntano decisi. Ma anche lo sport che la Moratti ha già offerto ai leghisti. Aperta la partita. Scontato il posto in giunta per Salvini e la riconferma del bravo Alessandro Morelli, i nomi del totonomine sono quelli del segretario provinciale Igor Iezzi e del presidente del Consiglio di zona 2 Luca Lepore. Già una discreta esperienza nel parlamentino, un buon pacchetto di voti e ottimi rapporti con Umberto Bossi ne fanno un nome su cui puntare. Di ritorno da Roma anche la deputata Laura Molteni che con l’esperienza dio Montecitorio vorrebbe tornare a far politica sul territorio.

E, infatti, per il 19 marzo ha organizzato a Milano un convegno sull’Europa cristiana. Un punto di partenza per una campagna elettorale che in via Bellerio sarà di fuoco. Più serpenti che parenti. Col rischio di scoppiare, come la rana di Fedro.

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