Ha rinnegato il suo governo e, visto che c’era, ha pure approfittato della questione Alitalia per fare un po’ di campagna elettorale. Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, durante l’incontro con i lavoratori di Malpensa, non solo ha definito «inaccettabile» la proposta di Air France che il Consiglio dei ministri, a cui appartiene, ha approvato la sera prima.
Ma si è anche presentato all’appuntamento in aeroporto armato di bandiere della Sinistra Arcobaleno e accompagnato dai candidati lombardi del suo partito.
«La proposta di Air France - dice a chiare lettere - è rischiosissima per il futuro perché crea un esubero non gestibile, non solo per quanto riguarda Malpensa ma anche per Roma e Napoli». Un tentativo di accaparrarsi i voti dei 900 lavoratori che dal prossimo 24 marzo saranno messi in cassa integrazione? Poi il colpo da maestro: affibbiare le responsabilità al collega Tommaso Padoa-Schioppa. «Il governo non ha mai deciso - aggiunge Ferrero - È l’azionista, ovvero il ministro dell’Economia, che ha deciso». Poi l’attacco a Sea: «È Alitalia che deve chiedere i danni a Sea e non il contrario. Nei fatti è Alitalia che in questi anni ci ha rimesso per finanziare Sea». Si, ma dall’altra parte la società che gestisce lo scalo non molla e rimane ferma nella richiesta di 1,25 miliardi di risarcimento danni: dieci volte tanto la cifra che servirebbe ad Air France per comprare la compagnia di bandiera. Né il presidente Sea, Giuseppe Bonomi, né il sindaco di Milano, Letizia Moratti, principale azionista della società, intendono fare marcia indietro sull’argomento. «È impensabile che Sea debba rinunciare al suo ricorso - insorge il coordinatore lombardo di Fi, Mariastella Gelmini -. È la cartina di tornasole dell’incapacità di governare. Il governo ha raggiunto l’apice dell’irresponsabilità nella gestione della vicenda».
«Se questo ricorso spaventa così tanto - è il commento dell’assessore lombardo alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo -, vuol dire che le valutazioni di Sea non erano poi così infondate. Un ritiro della richiesta di risarcimento è impraticabile perché Sea ha deciso di fare questo ricorso sapendo che avrebbe potuto portare a questa situazione». È questo quindi il punto su cui è bene fare leva per cercare di salvare in corner Malpensa.
Da Gerusalemme, dove è in missione, anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, fa sentire la sua voce. «Quello del governo è un atteggiamento scandaloso che rivela la pochezza di intelligenza, scarsità di analisi e incapacità di prevedere i danni del Paese. Con il rifiuto di ogni confronto con noi, il governo ha portato Alitalia all’inferno e Malpensa alle soglie del deserto».
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