Sondaggio, ergo sum

Sondaggio, ergo sum

Il periodico scannarsi del centrodestra e del centrosinistra circa la questione dei gay ha un che di romantico, in fondo: e conta poco che le lacerazioni siano dentro i poli o tra di essi. Romantica, cioè, è l’impressione che a motivare le varie prese di posizione possa esserci ancora qualche straccio di idea personale, sgangherata o strutturata che sia: e non solo quel genere di mero calcolo elettorale che ormai tende a prostituire qualsiasi visione ­ qualsiasi ­ al consenso di una maggioranza. Verrà il tempo in cui ogni legge sarà unicamente vincolata al computo del saldo numerico tra coloro che accontenta e coloro che scontenta: se porti più voti di quanti ne perda, ossia. I gay italiani sono milioni ma non è ancora chiaro quanto il loro voto sia militante: in che misura, cioè, i gay votino una parte politica solo per il fatto che si dica disposta a occuparsi di loro.

Ci sono omosessuali che votano a destra nonostante certe posizioni sulle unioni di fatto, e ci sono omosessuali che votano a sinistra proprio per certe posizioni sulle unioni di fatto. In che proporzione? Tantopiù le ricerche di marketing politico si faranno precise, tantopiù le semplici idee, in politica, diverranno dei ferrivecchi.

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