Sonia Viale, il volto istituzionale del Carroccio

Sonia Viale,  il volto istituzionale del Carroccio

(...) o quello in cui paga la pompa della benzina per l’auto blu.
Ecco, Sonia Viale - degna erede in questo del suo maestro politico Bobo Maroni e del suo ministro Giulio Tremonti - si è dimostrata esattamente questa cosa qui. Addiruttura due volte nella stessa settimana: perchè l’esponente del Carroccio originaria di Bordighera si è segnalata una prima volta per essere uno dei sei esponenti leghisti che il 17 marzo era nell’aula di Montecitorio ed ha anche applaudito l’intervento di Giorgio Napolitano. E credo che quella presenza fosse una delle cose che fanno la differenza in una carriera politica.
Mica finita. Basta leggere il comunicato ufficiale del consiglio dei ministri dell’altro giorno: «Con riferimento all’isola di Lampedusa, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha annunciato che il coordinamento degli interventi per il superamento dell’emergenza, nonchè delle misure compensative, verrà affidato al sottosegretario Sonia Viale, con il pieno coinvolgimento dei ministri componenti e dei rappresentanti politici locali».
Un’investitura in piena regola, con tutti gli stelloni repubblicani e le carte intestate al posto giusto, ancor più importante per il valore simbolico che il Carroccio ha sempre dato a Lampedusa, a Sud di ogni Sud, fondando una sezione già dieci anni fa, riuscendo a fare eleggere una senatrice della Repubblica e prendendo quattro consiglieri comunali e il vicesindaco.
Un’investitura che - così come aveva fatto avendo la dignità e soprattutto la nobiltà di partecipare alle celebrazioni ufficiali di Italia 150 - Sonia Viale ha legittimato con una bella intervista al Secolo XIX di Umberto La Rocca. Alla domanda hard di Vittorio De Benedictis «Tocca ai leghisti occuparsi di sbarchi e accoglienza dei migranti, cioè alla forza politica che li osteggia...», Sonia risponde soft: «Abbiamo ruoli di responsabilità, ognuno per la propria parte - stiamo parlando del ministro dell’Interno e di chi sta nel governo con altre responsabilità - e secondo la propria visione. Operiamo nell’interesse generale del Paese e dei cittadini».
Parole serie, responsabili, forti. Parole di una Lega non più chiusa in manifesti un po’ (o molto) rozzi, ma sempre più forza di governo, come ha dimostrato su altre vicende anche Belsito. Parole confermate alla domanda successiva, quando l’intervistatore, che deve avere in mente proprio quei manifesti, punzecchia «Il vostro elettorato non sarà contento...»: «Preferisco attenermi alle mie competenze istituzionali» risponde Sonia con l’aplomb di un lord cancelliere. L’ultima domanda è sul «peso di un compito delicato» e la Viale è perfetta anche qui: «Certo che lo sento. Ma lo affronto con senso di responsabilità avendo presente quello che sta vivendo la comunità di Lampedusa». Parole perfette, che tolgono argomenti anche a Claudio Burlando, che invece rimprovera al Pdl e ai governatori Zaia e Cota le polemiche sull’accoglienza: «Abbiamo accolto una richiesta del governo: c’è un’emergenza umanitaria e la Liguria intende fare la sua parte».


Insomma, con la Viale siamo alla perfetta narrazione - bellissima parola, prima che Nichi Vendola provasse a privatizzarne l’uso - della trasfigurazione della Lega di lotta, troppo spesso impegnata ad urlare anche alle nostre latitudini, in Lega di governo. La seguiremo.

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