«Sono deluso, niente più politica nei miei concerti»

dal nostro inviato a Rimini

«Notte babbo». Quando se ne va pure Teresa, che ha dieci anni e all’una di notte vuole solo andare a nanna, Jovanotti è ancora ingolfato di adrenalina e parla come una mitraglia perché «ho dei musicisti che sono un turbo».
Loro suonano. Ma è lei a fare spettacolo già all’inizio con la giacca elettrica.
«L’ho disegnata io però l’hanno realizzata nello studio del premio Oscar Milena Canonero».
Il suo è un concerto molto cinematografico.
«E prima dello show trasmettiamo un’ora di video degli utenti di Qoob, la piattaforma crossmediale di Mtv. Ma i colpi di scena sono in effetti teatrali».
E i due batteristi contemporaneamente sul palco.
«Un’idea che ho preso dallo show dei Genesis».
A Fabrizio De Andrè ha invece preso il brano Rimini.
«Qui a Rimini ho cantato quella ma presenterò ogni sera una canzone legata in qualche modo alla città in cui sono. A Roma per esempio farò Lindbergh di Fossati».
Invece l’omaggio a Domenico Modugno rimarrà sempre.
«Sì, quando sul palco si gonfiano quattro cilindri bianchi, noi usciremo in smoking e sul video ci sarà lui, che è il più grande di tutti. Prima lo conoscevo poco, poi mi sono reso conto di che cosa ha fatto per la canzone italiana».
Uno show complesso.
«Eh sì, il minimalismo non fa proprio per me».
E anche uno show lontano dalla politica.
«Una decisione che ho preso ben prima delle elezioni».
Però qualcuno può pensare che, essendo lei dichiaratamente di sinistra, stavolta preferisca tacere.
«No, non è un segno di paura, è una scelta di evoluzione. È la il mio modo di dare un segnale».
Da sinistra i segnali sono flebili adesso.
«Sono deluso perché mi sento di sinistra e stimo Veltroni. Però la mia non è una delusione totale perché comunque è successo qualcosa: è nato il Partito democratico e da lì si può ricominciare.

Io so che cosa significhi fare un grande lavoro e poi non ottenere i risultati che ci si attende».
Però almeno è finita la guerriglia tra i partiti. E persino il neoministro della Cultura, Bondi, le ha dedicato una poesia su Vanity Fair.
«Mi fa piacere e lo ringrazio. È senza dubbio un segnale importante».

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