Sono i giorni della Michelin. Ecco chi sogna la prima stella

Mercoledì svelata la nuova edizione della "guida rossa". E la Lombardia spera di arricchire il proprio firmamento

Sono i giorni della Michelin. Ecco chi sogna la prima stella
00:00 00:00

Ci siamo. Mercoledì ci sarà la tradizionale "revelation" della guida Michelin e il mondo gastronomico si riempirà di stelle, nuove e vecchie. Azzardiamo alcune previsioni (gli interessati tocchino ferro) indicando sette locali lombardi che potrebbero ambire al primo "macaron". Un elenco per compilare il quale abbiamo tenuto conto (oltre che delle nostre preferenze e degli obiettivi meriti) anche delle note idiosincrasie dei curatori della "rossa" (e quindi niente trattorie, niente pizzerie e niente etnici, per quanto deluze) e delle antipatie verso alcuni locali che ormai si sono rassegnati al "ban" come Langosteria, Bu:r, Ceresio 7, Gong, Wicky's. Ed ecco il nostro elenco. E non sparate sul pianista.

Autem* Il locale di Luca Natalini, indomabile spiritaccio toscano, si trova a Milano, in zona Porta Romana (via Lattuada) e propone una cucina di mercato, che cambia ogni giorno al punto che Natalini verga ogni giorno di persona i menu che vengono portati ai clienti. L'asterisco indica l'eccezione, la lettura laterale tipica dello chef, che tra le altre cose propone una pasta in bianco che è un capolavoro di pensiero.

Dina È inspiegabile che non abbia una stella questo ristorante di Gussago, da qualche parte non lontano da Brescia, dove il fiammeggiante e magniloquente alberto Gipponi propone una cucina personalissima, con diversi gradi di difficoltà che lui modula a seconda di quello che pensa sia alla portata dei diversi clienti. Cucina cerebrale ma sapori magnifici. E il Cannellone di aria rende il vuoto un ingrediente.

Abba Meriterebbe certo un grande riconoscimento Fabio Abbattista, chef di origini pugliesi di grande esperienza ma ancora più grande umiltà, che un paio di anni fa ha scelto di mettersi in gioco a Milano e in una zona non facile, il Certosa District, in un vecchio pennellificio reso un piccolo capolavoro di minimalismo. Come la sua cucina mediterranea fatta di ingredienti che arrivano da produttori che lui conosce a uno a uno. Un posto dove si sta davvero bene.

Bolle A Lallio, nella Bergamasca questo modernissimo ristorante che ha sede nella fabbrica di pentole Agnelli (e bolle infatti è un tipo di pentola). Lo chef Andrea Rota, giovane ma con importanti esperienze alle spalle, propone una cucina che parte da una grande materia prima, valorizzata da una tecnica impeccabile e da uno sguardo aperto al mondo.

Motelombroso Un posto che amiamo molto, questa capsula modernista nascosta nella periferia meridionale della città, sul Naviglio Pavese. La guidano Alessandra Straccamore e Matteo Mazza, soci e compagni nella vita, che portano il loro spirito libero e un po' zen, e in cucina il bravo Nicolo Bonora, tra i pochi in città ad avere qualche velleità avanguardista in una città che negli ultimi anni si è un po' appiattita.

Procaccini Un ristorante "nato" per la stella, quello che prende il nome dall'omonima via in zona sempione. Per l'eleganza dell'ambiente, per la cura del servizio, per il pianista che suona gentile in un angolo ma soprattutto per la cucina ambiziosa e nitida di Emin Haziri, origini kosovare, formazione alla corte di Cannavacciuolo e una capacità di rileggere la cucina italiana davvero impressionante.

Il Colmetto Siamo a Rodengo Saiano, nel Bresciano, e questo è un agriturismo gourmet dalla forte impronta vegetale ed etica e molto legata ai prodotti del

territorio, in particolare quelli dell'azienda agricola che circonda il locale. Lo chef e patròn, Riccardo Scalvinoni, che punta anche molto sulla brace, definisce la sua cucina di "creatività agricola" e questo spiega tutto.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica