Roberto Bonizzi
La scuola, da sola, non basta. Per gli studenti che al termine degli studi superiori scelgono il mondo del lavoro senza passare dalluniversità le aziende consigliano stage, tirocini e percorso di studio professionalizzanti alternativi agli atenei. È questo il suggerimento che arriva ai giovani dal mondo del lavoro. È questo il tema del convegno organizzato da Assolombarda e Actl, associazione per la cultura e il tempo libero, per gli studenti delle scuole superiori di Milano.
Davanti alla platea di ragazzi è stata presentata la nuova guida di Actl «Dopo il diploma», a cura di Claudio Marcellino, una bussola per orientarsi tra le opportunità formative e professionali per i neo diplomati. Poi, oltre a un primo approccio con le possibilità del mercato, gli studenti hanno iniziato a confrontarsi con le esigenze delle aziende. Secondo un sondaggio effettuato da Actl tra 72 imprese nei due terzi dei casi la scuola non fornisce ai giovani una preparazione adeguata per un ingresso immediato nel mondo del lavoro. Il consiglio, da parte del settore produttivo, è quello di alternare studi ed esperienze professionalizzanti (secondo tre aziende su quattro). E quasi tutti i responsabili del personale interpellati ammettono che il tirocinio formativo è un aspetto fondamentale nel curriculum di un nuovo assunto. Ma lo stage non è ancora una prassi comune se sui 34.800 iscritti a Sportello Stage (il principale ente italiano per i tirocini) solo 600 sono diplomati.
«Uno degli obiettivi del servizio - spiega Marina Verderame, presidente di Actl - è sicuramente quello di diffondere la cultura dello stage e far apprezzare ai diplomati le opportunità del tirocinio formativo. A fronte di una richiesta elevata da parte delle aziende non corrisponde una disponibilità adeguata da parte dei giovani diplomati. Attività di comunicazione, convegni ed eventi come questo, in cui le istituzioni insieme al sistema imprenditoriale si confrontano tra loro e con i giovani diplomati, sono fondamentali per aiutare i giovani ad utilizzare al meglio questo fondamentale strumento di inserimento nel mondo del lavoro».
Interessante anche la preferenza delle aziende in tema di assunzione verso i diplomati in ragioneria, nel 30 per cento dei casi, davanti ai periti informatici e tecnici (13%).
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