Piermaurizio Di Rienzo
Shopping, la passione di molti. Comprare di tutto, dal capo d'abbigliamento all'ultimo prodotto hi-tech sino a una forma di formaggio, senza dover scarpinare per le strade della città, può essere il sogno di tutti. Del resto, le statistiche parlano chiaro: nell'ultimo anno i clienti italiani che hanno acquisto con un "click" hanno superato il milione. Sono, invece, oltre 15 milioni gli internauti del Bel Paese che hanno visitato abitualmente i negozi virtuali. Di questa nuova mania se ne parlerà oggi a Milano, presso la Camera di Commercio, durante il convegno "La sfida dell'e-commerce" promosso dal Centro Studi Grande Milano e Casa Elettronica, uno dei siti leader del mercato on-line. Istituzioni, privati e opinionisti (aprirà i lavori il filosofo Paolo Del Debbio) si confronteranno sui numeri del fenomeno: nel 2004 oltre il 14% degli italiani ha effettuato almeno un acquisto in internet (+6% rispetto all'anno precedente) per un fatturato complessivo di circa 1.950 milioni di euro di fatturato. I dati, forniti dal Comitato di coordinamento delle infrastrutture per l'e-banking dell'Abi, mostra un mercato in continua crescita. Il settore che ha fatto da traino è stato il comparto turistico e dei trasporti, incrementato in un anno del 140%. Ma a far segnare un notevole interesse sono state l'elettronica e l'informatica di consumo che rappresenta oltre il 14% dell'intero mercato on-line italiano con un fatturato di 287 milioni di euro. A una domanda che continua a crescere si è affiancato uno sviluppo costante del numero di siti specializzati nella vendita di prodotti o servizi on-line: in Italia sono passati da circa 7mila, del 2003, a oltre 8mila, nel 2004, con quote ancora superiori nell'anno in corso. I più cliccati? Naturalmente E-Bay, per tutti i generi di consumo, Chl, Media Market, Megalink e Casa Elettronica, per i prodotti di ultima generazione. Ma quali sono le imprese che guardano a questa nuova frontiera del mercato? Gli operatori della moderna distribuzione sembrano un po' scettici: in media, solo il 18% delle società nate come dettaglianti ha un apposito sito internet per effettuare vendite virtuali (il 20% sono aziende alimentari). Ecco allora che a produrre i più grandi volumi d'affari sono quelle imprese che si sono specializzate unicamente in questa nuova realtà commerciale.
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