Politica

«Sono stato a Kabul e a Nassirya ora mi tocca pulire la città»

L’ironia di un soldato: «È una missione di pace. C’è un rischio sommossa»

da Caserta

«Certo, questo non è proprio il nostro lavoro, l'attività che istituzionalmente dovrebbe svolgere un militare. Ci sono i netturbini, pagati per fare questo servizio ma il governo ha preteso che li aiutassimo in questa assurda emergenza rifiuti, che la Campania sta vivendo». Non ha un volto proprio felice, il giovane militare, volontario in servizio permanente, della «Brigata Garibaldi», gloriosa caserma di Caserta, abituata a ben altre imprese. Qualche esempio? Alcuni degli undici ragazzi (coordinati dal colonnello Francesco Tirino), impiegati nella rimozione delle tonnellate di rifiuti giacenti nelle strade di Caserta, sono stati impegnati in passato in delicate missioni di pace, a Nassirya, in Bosnia e Afghanistan. Con un annuncio a sorpresa, due sere fa, il premier Romano Prodi, aveva annunciato agli italiani, l'idea geniale di inviare il Genio militare, a ripulire le strade casertane.
Specializzati nella guida di due macchine Jcb e due bobcat Jcb e due pale meccaniche, questi undici ragazzi, che hanno un'età tra i 25 e i 32 anni, riceveranno una indennità, di cui non rivelano l'entità. Ma è sufficiente un loro sorriso, per comprendere che non si arricchiranno.
Sfoggia ironia il militare che ha accettato di raccontare il suo primo giorno di lavoro da militare-netturbino. «In effetti non c'è molta differenza tra il lavoro che svolgevamo nelle zone di guerra e qui».
Perché?
«In Irak e in Afghanistan, andavamo in missione di pace. Anche qui, a Caserta, siamo in missione di pace: se qualcuno non toglie la spazzatura dalle strade, rischia di scoppiare una rivolta».
Lo sa che a Napoli, ci sono centinaia di netturbini che prendono milleduecento euro al mese per non lavorare?.
«Qual è la notizia? Siamo in Italia no?.

Comunque, tengo a precisare, che non siamo qui per spazzare le strade, semplicemente, aiutiamo i netturbini casertani, a spalare con le nostre macchine, le tonnellate di monnezza, ammassate davanti alle scuole e in altri luoghi?».

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