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"Sono in vitro ma rendiamole adottabili"

La battaglia etica delle associazioni per salvare le "vite dimenticate"

"Sono in vitro ma rendiamole adottabili"

Gian Luigi Gigli, neurologo e ex presidente del Movimento per la Vita, da deputato di Democrazia Solidale nel 2016 è stato il primo firmatario di una proposta di legge sottoscritta da 16 parlamentari di Forza Italia a Pd che proponeva di individuare un meccanismo per la dichiarazione di adottabilità dell'embrione.

In cosa consiste?

«Si vorrebbe permettere la dichiarazione di rinuncia al progetto parentale da parte delle coppie che dichiarano di non essere più interessate o che sono uscite dall'età fertile, nonché di rendere adottabili gli embrioni dopo un certo numero di anni, se la coppia da cui sono stati formati manifesta disinteresse».

Adottabili da chi?

«Da coppie fertili e non. Si spezzerebbe così anche il turpe commercio, condotto sulla pelle di donne bisognose, costituito dalla compravendita di gameti e (in parte) dall'utero in affitto».

Perché non si fa?

«Credo che il motivo sia uno solo: permettere l'adozione dell'embrione equivarrebbe a riconoscergli lo stato di persona umana, creando una crisi di coscienza al tutto il mondo che ruota attorno all'aborto».

Ma questi embrioni criocongelati quanti sono?

«Su quanti siano al momento gli embrioni ibernati è possibile solo fare inferenze. Sono stati accumulati nei congelatori. Nel 2017 il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ammise candidamente di non essere in grado di offrire dati certi riguardanti il numero degli embrioni, ma disse che la differenza tra embrioni scongelati (verosimilmente per essere impiantati) ed embrioni formati e crioconservati era stata calcolata in 14.046 unità, per il solo anno 2015.

Ammettendo che tale cifra possa variare da un anno all'altro, ritengo che la formazione di nuovi embrioni superi il numero di quelli impiantati di almeno 10mila unità all'anno».

Che farne?

«Eventuali abusi non sono da escludere, in assenza di registri attendibili e di seri controlli. Giuridicamente non possono essere distrutti o utilizzati ad altri fini utilitaristici (più o meno nobili).

Infatti nella stessa sentenza 151 del 2009, la Corte Costituzionale ha imposto l'obbligo della crioconservazione per il rispetto dovuto agli embrioni in quanto vita umana, in nessun modo assimilabili a materiale biologico».

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