Sopra il fango un paese fantasma

DISPERAZIONE Le vittime sono salite a 28. Tra le macerie facce stanche cercano foto e ricordi

Le vittime sono diventate ventotto, ma ormai i numeri contano poco o nulla, quantomeno quelli parziali. A una settimana esatta dall’alluvione Messina ha ormai preso atto del fatto che a breve questo numero crescerà, fino ad attestarsi almeno a quota 35. Perché alle vittime accertate e riconosciute si aggiungeranno presto o tardi i dispersi. Almeno sette quelli ufficiali, forse di più, ma poco importa. Di certo, ormai, sotto quel fango e quelle macerie non può esserci più segno di vita.
I familiari dei dispersi aspettano solo che i soccorritori ritrovino i corpi delle persone ingoiate dal fango e sommerse dalle pareti delle proprie case. Vogliono poter piangere le proprie vittime, vogliono avere un corpo da seppellire, un funerale da celebrare. È tutto quel che resta di una tragedia che a sette giorni di distanza fa ancora tanto, troppo male. I sopravvissuti sono lontani dalle proprie case. Hanno perso tutto ciò che avevano, non solo cose materiali ma anche affetti, ricordi, legami. E soprattutto hanno perso tante persone care, rimaste sotto le macerie delle case distrutte. Il pericolo di nuovi crolli ha spinto il sindaco di Messina a firmare, su suggerimento della protezione civile, l’ordinanza di sgombero anche a Molino e Altolia, gli ultimi due paesi colpiti dall’alluvione che erano rimasti ancora abitati. I loro abitanti sono stati pian piano trasportati nei centri di accoglienza per gli sfollati. Sfollati che continuano a ringraziare gli altri cittadini per la solidarietà mostrata ma che vorrebbero ritrovare qualcosa del loro passato. Stamattina in tanti erano in giro per le strade dei loro vecchi paesi, da giorni abbandonati, a caccia di qualche effetto personale. Un vestito, un paio di scarpe, un pettine. Oggetti di uso quotidiano, insomma. Ma anche una foto, un poster, cose futili secondo qualcuno, piccoli pezzi della vita che non c’è più, per loro. Non hanno niente, si accontentano di questo. Ma chi ha perso qualcosa di più, chi ha perso i propri parenti più stretti, i propri amici, adesso chiede una cosa più importante: che venga fatta giustizia. Quella giustizia che potrebbe arrivare dall’inchiesta aperta dalla procura di Messina che sta indagando con grande accuratezza e non vuole lasciare niente al caso. C’è chi dice che alla fine non pagherà nessuno, di certo a Messina c’è una gran voglia di giustizia. Intanto la città si prepara ai funerali di stato ed alla giornata di lutto. Un lutto che originariamente doveva riguardare solo Messina e che invece per fortuna coinvolgerà tutto il Paese. Sarà lutto nazionale, insomma, e tutta l’Italia piangerà in contemporanea con Messina le vittime dell’alluvione. Già domani partiranno le prime celebrazioni, in coincidenza con l’arrivo (annunciato) del premier Berlusconi.
Il presidente del Consiglio dovrebbe essere in serata in città, anche se nel pomeriggio di ieri si è diffusa la notizia di un possibile posticipo del suo arrivo. La notizia non è stata confermata, anche se in realtà non era stata ufficializzata neppure la visita. Di sicuro Berlusconi ci sarà sabato, nella giornata dei funerali di Stato delle vittime. Alle esequie parteciperanno diverse altre importanti autorità. Insieme a Berlusconi ci sarà anche il presidente del Senato Schifani.

Intanto l’ingegnere capo del genio civile Sciacca spara a zero sulle istituzioni: «Il Prefetto dopo l’alluvione del 2007 mi chiese una relazione sullo stato del dissesto, avevo detto che Giampilieri e Scaletta avevano gravi problemi e bisognava intervenire subito». Relazione ed allarmi naturalmente restarono solo carta straccia.

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