Milano - Certo, se Carmen Consoli inizia a parlare di politica, accesa com’è, si trasforma in un’erinni vorace di polemica. Ma appena si distrae, e basta un’occhiata al panorama o un riflesso argenteo sulla scrivania, allora diventa la più implacabile delle osservatrici e si perde in un altro mondo, il suo. Un’altra così, mica facile trovarla. Una così, mica facile arginarla. «Se avrò un figlio, e voglio averlo, lo chiamerò Peppino come mio papà. Oppure Carolina, come mia nonna. Ma voglio diventare mamma solo quando sarò una donna risolta, voglio essere una mamma che non rimpiange nulla». Intanto adesso pubblica pure lei un greatest hits che ha almeno la virtù del titolo, Per niente stanca, che non è la solita didascalia apologetica ma un manifesto incontestabile: a 36 anni non si ferma neanche a pagarla, è famelica e idealista e con la sua Narciso Records scova e lancia nuovi cantanti, spesso li fa suonare a sue spese, e poi organizza mostre e vernissage perché, se potesse, «aprirei una galleria d’arte alla settimana». Non potendo, canta. E scrive canzoni. Una è diventata il nuovo singolo, si intitola Guarda l’alba ed è stata scritta con Tiziano Ferro. Sorpresa. Loro due insieme. Due mondi così lontani (all’apparenza). «Stavolta - dice lei - ho abbattuto la timidezza e ho alzato il telefono: Tiziano, scriviamo una canzone insieme? E così è stato. In passato ho avuto paura di collaborare con qualcuno, mi sentivo sempre in difetto. Ma lui mi ha sempre emozionato anche se all’inizio ci siamo frequentati tramite “pizzini”». Dice così, lei, con un accento catanese che sa di inizio Novecento. «Una sera a Barcellona abbiamo suonato a poca distanza e lui è venuto a sapere che avevo cantato la sua Perdono. Così mi ha lasciato un “pizzino” in hotel per ringraziarmi. Ed è capitato altre volte finché finalmente ci siamo incontrati». E nel brano, manco a dirlo, Carmen Consoli ha «indossato una faccia nuova» (come recita il testo) perché l’impalcatura musicale è più ariosa, dolcissima, essenziale eppure operistica. Perciò, già che ci siamo, in questa canzone, ancor più che nell’altro inedito AAA cercasi scritto con Mauro Lusini, c’è il programma del suo futuro: la continua evoluzione. «Gandhi diceva così: il cambiamento che vogliamo nel mondo dobbiamo prima cercarlo dentro di noi.
E io credo che noi giovani dobbiamo mettere l’azione, tirare fuori l’energia, uscire da un torpore che aiuta tutto tranne che il buon futuro». E, mentre lo dice, fissa un punto nel vuoto, là in fondo, con un’intensità che mamma mia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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