Capisco perfettamente la scelta di Hamilton, di qualificarsi con le gomme «hard», buscandosi soltanto lo 0,13% del tempo sul giro dal compagno di squadra Kovalainen. Non capisco assolutamente, invece, come Raikkonen riesca a perdere lo 0,36% da Massa, a parità di pneumatici «medium» e a parità di velocità di punta, con la solita mania - giustificata - di prolungare (un solo giro in più in Q3) la sua permanenza in pista, per il primo rifornimento, ed essere in grado di compiere un facile sorpasso al box. Tanto, attraverso la valutazione del peso-carburante - la più grossa idiozia del secolo - nessuno riesce mai a compiere calcoli esatti sulle prestazioni. Nemmeno a «pit-stop» compiuto, giacché i «ferraristi» sono proprio i più «capricciosi», in fatto di strategie, capaci di fermarsi anche tre giri (oltre 8 kg di benzina) prima o dopo. Ma la certezza è che in Q2 il campione del mondo è stato il più veloce, con lo 0,17% (la scusa del traffico è stata banale) sul brasiliano, il quale, a sua volta, ha segnato un primato ufficioso in Q1.
Non solo, ma in versione «hard»! E se fosse un grande abbaglio? E se soltanto i tecnici di Hamilton avessero visto giusto, per la migliore preparazione a questo difficile Gp di Turchia? Personalmente, ho una grandissima stima del capo degli ingegneri della Bridgestone, Hirohide Hamashima, anche per un piccolo episodio al suo esordio in Formula 1, in cui ha dovuto darmi ragione, con un segno di grande forza e onestà: oggi, lui rivela che, per la prima volta, sono state ritoccate le caratteristiche di costruzione della fascia più dura. Bel colpo! Che senso avrebbe spremere tutto con il «set-up» della vettura in assetto «medium», se poi la convenienza maggiore è nella tattica con partenza e con i due primi «stint» in edizione «hard»?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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