Cultura e Spettacoli

Sorpresa, Vasco Rossi va al massimo anche da poeta

L'altro lato del rocker. Il blog Satisfiction di Gian Paolo Serino pubblica versi inediti: "È la solitudine che ci fa commettere tante sciocchezze"

Sorpresa, Vasco Rossi va al massimo anche da poeta

Milano - Dopotutto è Vasco. Anche quando scrive per sé, sulla carta, magari di notte. Ora il blog Satisfiction (http://satisfiction.menstyle.it/), curato da Gian Paolo Serino, mente libera e ottimo critico letterario, pubblica versi belli di Vasco Rossi, inediti, roba da rifletterci su senza il grondare di watt, senza lo stadio che urla, senza insomma quella sarabanda deformante che talvolta allontana l’artista Vasco e avvicina soltanto (soltanto?) l’icona.

«È la solitudine/ che ci fa commettere/ tante sciocchezze/ La solitudine nella quale viviamo/ ogni giorno/ dentro le nostre vite».
Serino, che conosce Vasco Rossi da vent’anni e si occupa dei Consigli di lettura su vascorossi.net (l’ultimo consiglio è Angeli a pezzi di Dan Fante: avete mai visto il sito ufficiale di una rockstar che suggerisca libri di questo livello? Bravo) su Satisfiction scrive che «Vasco Rossi racconta le ombre che illuminano la creatività».

E poi, parlando in libertà, divide - giustamente - la pars destruens di questi versi da quella construens che poi si racchiude nell’ultima quartina: «Si può stare liberamente/ con qualcuno/ solamente imparando/ ad essere soli». Come si sa, la stragrande maggioranza dei nostri cantautori, specialmente quelli amplificati dalla politica, quelli esplosi nei Settanta, sono quasi tutti destruens, legati alla considerazione, nichilistica in fondo, che la vita, la società e tutto il resto, abbiano bisogno della critica distruttiva per rinascere. Naturalmente il privilegio della critica era concesso a pochi eletti. E naturalmente non c’era bisogno di tutto il resto, di quella positività propositiva che è poi l’unico modo di cambiarla davvero, la società.
Vasco no.

I suoi versi, così come le sue canzoni, sono un trampolino per andare oltre. E così, grazie alla solitudine che «viviamo dentro le nostre vite», si può imparare a «stare liberamente con qualcuno». Si può imparare dunque a essere rockstar sul palco davanti a centomila. Oppure, semplicemente, «altra parte» di un insieme, di una coppia, di una famiglia, di una vita.

Insomma, una lezione che ha la forza autobiografica di chi ha imparato a stare da solo vivendo sempre in mezzo agli altri.

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