da Roma
«Tutto come previsto». Dopo il «fuoco di sbarramento» della Caf, nessuna sorpresa fra i (pochi) avvocati che scelgono di non sottrarsi allassalto dei cronisti fuori dallo stadio Olimpico. «Era prevedibile», commentano di fronte alla decisione della commissione dappello federale di respingere le eccezioni dei difensori; «ora sarà un processo documentale». Ma anche questa, in fondo, non è una notizia. Lunico - o quasi - a cantare vittoria («siamo molto soddisfatti») è lavvocato Paolo Gallinelli, che, con il collega Filiani, assiste Cosimo Maria Ferri, uscito di scena con laccoglimento della relativa istanza al secondo giorno di processo sportivo. Per il resto, la presa datto della «sofferta» decisione (giunta al termine di una lunghissima camera di consiglio) conosce poche variazioni sul tema. Fra queste, le dichiarazioni di Giovanni Aricò, legale di Tullio Lanese: «Era previsto - dice -, come troppe cose in questo processo... Al di là dei singoli giudici, il problema è la situazione in Italia, la pressione mediatica, il giudizio della gente che spesso è più emotivo che razionale».
Apre allottimismo il collegio difensivo della Lazio: «Man mano che si andrà avanti - afferma lavvocato Gian Michele Gentile - vedrete che da parte della Procura federale cè stata unesagerazione». E se lo stesso Gentile non nasconde il «timore» di «un processo non approfondito come dovrebbe essere», il collega Vincenzo Siniscalchi afferma che la società biancoceleste «non ha mai contattato arbitri e non ha mai fatto combine».
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