Cultura e Spettacoli

Una sorridente anarchia «under 14»

Tempo fa, la scrittrice italiana occhieggiava al fotografo seminascosta dalla spalliera di un divano, in una pagina del supplemento letterario di Le Monde. Milena Agus era immersa nell’atmosfera ovattata e nobilitante che solo un popolo che ama gli scrittori fino a farne degli eroi, siano essi nazionali o d’adozione, è in grado di ottenere con tanta facilità: ai nostri cuginetti transalpini bastano due o tre finestre socchiuse, le tende di garza mosse dal vento e un tavolino basso coperto di riviste per volare e far volare l’immaginazione dei lettori.
La pagina era dedicata, naturalmente, alla traduzione francese di Ali di babbo (Nottetempo, pagg. 142, euro 13), il romanzo che segue, a distanza di un paio d’anni, il sorprendente successo di Mal di pietre, che proprio in Francia iniziò a muovere i primi passi. Che lo segua non vuol dire che gli assomigli: lontano dalle atmosfere di Mal di pietre, Ali di babbo sposa piuttosto l’amabile e pruriginoso falsetto dispiegato nel romanzo d’esordio, quel Mentre dorme il pescecane che fu subito tradotto, pensate un po’, in tedesco; sicché si direbbe che il destino della Agus, stavolta, voglia passare per il Brennero.
Cambia qualcosa? Forse sì, vista l’ossessione tedesca per la tutela dell’infanzia; un’ossessione che spinge i baristi delle stazioni di Monaco o di Berlino ad affiggere cartelli di questo tenore: «Difendiamo la nostra gioventù!». E sotto, a caratteri più piccoli: «Non si vendono ai minorenni caramelle con il ripieno di liquore». Ecco, se Ali di babbo e la sua giovanissima protagonista vincono una scommessa, è quella di ridicolizzare simili atteggiamenti, prospettando una difesa dell’adolescenza che non gioca sulla coppia morbosità-divieto.
Così, uno dei personaggi centrali del romanzo, Madame, ha molte virtù evangeliche, per esempio il disinteresse per il denaro, l’assoluta mancanza di protervia e un amore francescano per la natura; non a caso gestisce un albergo piccolissimo, e ostinatamente rifiuta di vendere il suo pezzettino di spiaggia sarda ai «costruttori di villaggi turistici». Ma quando si lascia sorprendere a cuor leggero dalla nostra quattordicenne mentre seduce un pensionante con tecniche infallibili, praticamente la continuazione del sesso con altri mezzi, intuiamo che Madame non è tipo da mettersi una pietra al collo, pur di non dare scandalo.
Quattordici anni: la Agus ha pesato l’età con il bilancino, visto che bisognava salvare due cose: il candore della protagonista, la sua capacità di stupirsi di fronte alle imprese non solo erotiche degli adulti come i personaggi di Voltaire o di Montesquieu si stupivano delle imprese dei turchi o dei persiani. E la responsabilità penale dei parenti, compresa quella della zia che studia Leibniz a Tel Aviv.

Leibniz, che avrebbe apprezzato l’anarchia sorridente, ecologica e conciliante di Ali di babbo: lui che spiazzando i bacchettoni assicurava che tutte le morali e tutte le religioni hanno ragione in ciò che affermano, e torto in ciò che negano.

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