Sorteggio per chi vuole l’auto nuova

Per guidare un'auto nuova a Pechino sarà necessario vincere la lotteria. Non perché una vettura rappresenti un lusso per i cinesi, ma perché l'amministrazione comunale ha deciso di mettere un tetto alle immatricolazioni, al fine di cercare di limitare i problemi, diretti e indiretti, derivanti dal traffico sempre più caotico della capitale. Per farlo, sta studiando il regolamento di una sorta di lotteria alla quale dovranno partecipare tutti i cittadini che intendono cambiare l'auto nel corso del 2011. In un mercato nel quale la crisi ha lasciato segni poco evidenti, Pechino si presenta alla vigilia del nuovo anno con stime di circa mezzo milione di nuovi veicoli sulle strade. Così si è pensato di fissare un tetto a 240.000 vetture con il meccanismo dell'estrazione a sorte.
La misura è in decisa controtendenza con quanto avviene sui mercati del resto del mondo, dove le vendite necessitano di incentivi per mantenersi su livelli accettabili. Ma la Cina è un mondo a parte, soltanto sfiorato dalla crisi finanziaria e con un'economia che viaggia a velocità sostenuta. Al punto da abbandonare rapidamente le misure prese per sostenere le vendite. Nel 2009 la tassa per l'acquisto di auto a elevata efficienza energetica era stata dimezzata e portata al 5%, per passare al 7,5 all'inizio dell'anno che sta per concludersi. Tra pochi giorni, il primo di gennaio 2011, questa imposta tornerà all'originario tasso del 10 per cento, visto che le immatricolazioni procedono a ritmo sostenuto. Come dimostra l'impennata di vendite degli ultimi due anni, che ha portato il mercato a superare di slancio quello americano e a raggiungere livelli molto prossimi ai 18 milioni di veicoli tra il primo gennaio e il 31 dicembre. La corsa però inizia a spaventare le amministrazioni delle città, dove la mobilità è passata troppo rapidamente dalle due e tre ruote a pedali alle quattro ruote a motore, con evidenti risvolti sul traffico e sull'inquinamento.

Se il meccanismo della lotteria darà anche minimi risultati, l'esperienza potrebbe essere esportata anche in altre metropoli, a cominciare da Shanghai. Il tetto alle vendite ridimensiona le opportunità di vendita di tutte le industrie automobilistiche impegnate su quel mercato, e i primi effetti si sono già visti sulle quotazioni dei titoli in Borsa.

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