
Un fatto «imprevedibile e drammatico»: è la valutazione del Tribunale di sorveglianza sui delitti commessi da Emanuele De Maria (nella foto, mentre entra in metro con la borsa della prima vittima), detenuto in permesso di lavoro in un hotel, non erano pensabili. Le autopsie sul killer e su Chamila Wijesuriya sono fissate per venerdì, mentre la Procura ha aperto un fascicolo e sta facendo verifiche, con l'acquisizione già compiuta delle relazioni del fascicolo «trattamentale» di Bollate e con l'ascolto di testimoni, per accertare se ci siano state sottovalutazioni o omissioni nel percorso da detenuto di De Maria.
«La decisione - scrivono il presidente della Corte d'appello, Giuseppe Ondei, e la presidente facente funzioni della Sorveglianza, Anna Maria Oddone - è stata emessa in ragione di un percorso carcerario che si è mantenuto sempre positivo anche durante i due anni di lavoro presso l'albergo Berna, senza che nulla potesse lasciare presagire l'imprevedibile e drammatico esito». Ancora: ciò che è successo suscita «un grande e condivisibile sconcerto, i Magistrati del Tribunale di Sorveglianza partecipano al dolore delle vittime e dei loro familiari».
Il provvedimento del Tribunale «è stato assunto, previa acquisizione delle informazioni dalle Forze dell'Ordine, all'esito di un'istruttoria a cui hanno concorso, in piena collaborazione, l'amministrazione penitenziaria e tutti i soggetti coinvolti» nella «rieducazione» di De Maria.
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