Sos infertilità, trecento chiamate in un anno

Soffrono in silenzio i milanesi con problemi di infertilità. Difficilmente ne parlano, raramente si rivolgono a specialisti. L'anno scorso però, più di trecento persone hanno trovato il coraggio di chiamare la linea verde 800.097.999, un servizio nato nell'aprile 2006 dalla collaborazione tra l'Osservatorio Donna della Provincia di Milano e l'Associazione SoS Infertilità. «L'anonimato è la nostra forza - spiega la responsabile Barbara Tommasi - chi soffre di questi problemi spesso se ne vergogna. Il telefono è il mezzo migliore per superare le barriere».
I dati sul primo anno di attività sono confortanti: «nonostante la linea verde sia stata poco pubblicizzata, abbiamo ricevuto telefonate da tutta Italia e questo dimostra quanto sia difficile trovare un aiuto - precisa la Tommasi -. Solo venti chiamate su cento sono giunte da donne residenti in città o nella provincia di Milano, una porzione importante dagli altri centri Lombardi (44%), e poi da tutta la penisola: dal Veneto alla Sicilia, passando per il Lazio. Tutti con le medesime richieste: informazioni e supporto psicologico. «Ho avvertito il grande bisogno di un orecchio pronto ad ascoltare - racconta Giuliana Di Nola, una delle ginecologhe che lavora per il servizio. - Spesso l'infertilità viene vissuta in solitudine - rivela Rossana Bertolucci di SoS Infertilità - a volte mi sento chiedere: come posso dirlo a parenti e amici?». A rispondere sono i volontari dell'associazione, persone che a loro volta hanno combattuto con i medesimi problemi. Per le richieste più specifiche, invece, ci sono tre specialisti: il 23% delle chiamate viene indirizzato alle due ginecologhe, l'11% all'andrologo. «Siamo riusciti ad intercettare un bisogno- precisa Arianna Censi, consigliere provinciale - perché questo non è un problema nicchia, ma riguarda circa venti italiani su cento».
Trovano il coraggio di alzare la cornetta soprattutto le donne trentenni, nel 78% dei casi sposate con il desiderio di fare un figlio che, invece, non arriva. Donne che hanno bisogno di consulenza per comprendere il significato dei referti medici, che non si fidano dei propri medici di base, che vogliono sapere come funzionano le tecniche di fecondazione assistita e quali sono i centri migliori dove vengono praticate. Nella maggior parte dei casi lavorano, hanno il diploma di scuola superiore e hanno trovato informazioni sulla linea verde attraverso internet e il tam tam dei forum on line sull'argomento, oppure su riviste femminili o quotidiani.
Gli uomini, invece, di rado chiamano i consulenti della linea verde. «Al contrario delle donne - puntualizza la Tommasi - chiedono aiuto per sé stessi, non per la coppia quindi noi li mettiamo in contatto con il nostro andrologo». Alle loro domande risponde il dottor Lorenzo Benaglia dell'Istituto Clinico Humanitas che riassume così la sua esperienza nel primo anno del servizio: «C'è molta disinformazione. Gli uomini hanno ancora molte remore a rivolgersi ad una visita specialistica». Così accade che a volte le loro mogli o compagne si sottopongono a trattamenti di fecondazione assistita (Pma) del tutto inutili, perché ad avere problemi sono i loro partner. Lo dimostra il fatto che il 35% delle donne che chiamano il numero verde stanno già facendo un trattamento del genere, o in ventuno casi su cento lo hanno appena cominciato.
L'aiuto dei consulenti non si esaurisce in una telefonata.

«Il secondo passo - continua Bertolucci - sono i gruppi di auto-aiuto, incontri a cadenza bisettimanale durante i quali si discute e si confrontano le diverse situazioni con il supporto di una psicologa. L'importante è capire di non essere più soli».

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