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Sos Juve, tornano insieme i rampolli di famiglia

TorinoSorpresa. Chi varca il cancello di Vinovo in una gelida mattina di dicembre? John Elkann e Andrea Agnelli, addirittura. Cugini che non sempre sono filati d’amore e d'accordo, eredi della famiglia per eccellenza dell'industria italiana. Nipote di Gianni Agnelli il primo, figlio di Umberto il secondo: due rami diversi, la passione della Juve che da sempre si dice maggiore per Andrea. Quest’ultimo era anche molto vicino alla Triade, prima che scoppiasse Calciopoli: Giraudo e Moggi erano uomini di papà Umberto e la leggenda vuole che gli avrebbero tirato la volata verso la presidenza o almeno un ingresso in società.
Prima la morte dello stesso Umberto (2004) e poi gli eventi della primavera-estate 2006 sconvolsero il tutto: John divenne l’uomo forte, la Triade fu travolta dagli scandali e il resto è storia nota, da Cobolli Gigli a Blanc, dalla serie B ai giorni nostri.
Andrea Agnelli - in campo l’ultima volta il 7 maggio 2006, al fianco della Triade e agli albori di Calciopoli - si defilò precisando in seguito che «l'Ifil scelse di azzerare tutto per poi ripartire. Io non condivisi quella scelta, anche perché avevo in mente la dichiarazione fatta dall'Avvocato in occasione di Tangentopoli secondo cui: “I miei uomini vanno difesi fino all'ultimo grado di giudizio”. Avrei agito diversamente ma con mio cugino, dopo un inizio freddo, abbiamo imparato la complementarietà. Resto un grande tifoso bianconero».
Ieri, la nuova puntata e gli auguri di Natale ai giocatori fatti in coppia. Ma ciò che conta è il messaggio di unità che i due hanno voluto lanciare al mondo bianconero: «È importante dimostrare il nostro attaccamento alla squadra e il pieno allineamento al progetto complessivo che sta portando avanti la società», ha detto Andrea Agnelli al sito societario sbilanciandosi come mai prima. In realtà, da quel 7 maggio 2006, lui allo stadio ci è andato molto raramente. Quasi mai, a dire il vero: l'ultima volta fu in occasione dell'addio di Nedved, amico intimo e quindi da omaggiare personalmente. In ogni caso, la visita di ieri non pare prefigurare nuovi scenari in tempi brevi: il consiglio di amministrazione, convocato per lunedì, si occuperà di numeri e magari all'ordine del giorno ci sarà anche l'argomento "Bettega", ma di Andrea Agnelli - azionista della Giovanni Agnelli & C, società che detiene il 60% della Exor - non si parlerà semplicemente perché non è imminente un suo ingresso nelle stanze di corso Galileo Ferraris. Il che, ovviamente, non significa che la cosa non possa avvenire in futuro: si è arrivati, insomma, ad una fase in cui non è più così vietato immaginare una presenza diretta di un rappresentante della famiglia dentro la società. Fra l’altro i due ieri hanno avuto campo libero perché Blanc era a Milano alla riunione natalizia dei presidenti con la Lega. Ma non è sfuggito a nessuno il fatto che Andrea Agnelli abbia usato una volta di più il termine “progetto”, tanto caro al presidente francese. Il commento di Ciro Ferrara: «Adesso speriamo di portare Andrea allo stadio».
La squadra, intanto, si prepara a prendere il «brodino» Catania, squadra ultima in classifica: non dovessero arrivare i tre punti domenica, tutti i messaggi di unità andrebbero a farsi benedire. Sarà anche la prima volta in cui Felipe Melo e Diego rimetteranno piede all'Olimpico dopo i fischi ricevuti contro il Bayern Monaco: probabile che il pubblico li accolga con indifferenza, in attesa di vedere quel che succederà sul campo. Dove i due non hanno quasi mai brillato. Chiaro comunque che la Juve non può permettersi di bocciarli adesso: se poi avrà ragione chi è convinto che il duo verdeoro valga quanto Poulsen e Giovinco, allora per la Signora si metterà male davvero.
Chi invece ha già confermato di valere più del suo pari ruolo (Amauri) è Trezeguet (8 gol in 15 presenze). Il francese andrà a caccia di un primato singolare: il Catania è la sola squadra, tra le attuali di serie A, a non essere mai stata impallinata dall'attaccante.

Quanto a Camoranesi, arrivano notizie più confortanti, dopo l’allarmismo esasperato dei giorni scorsi: la Juve ha comunicato che «l'ematoma alla coscia destra si sta riassorbendo e che la prognosi rimane intorno ai due mesi». Potrà essere in campo intorno a marzo. Nessun rischio per i Mondiali.

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