Quella di Gianni Alemanno in tuta bianca e guanti che toglie i rifiuti nella discarica a cielo aperto sorta alla Marcigliana (la riserva naturale in IV municipio), rimarrà forse una delle immagini simbolo di questa campagna elettorale-bis in vista del ballottaggio per il Campidoglio. Una rappresentazione plastica dei fallimenti e delle contraddizioni del centrosinistra nella gestione dellemergenza rifiuti a Roma - denunciati ieri mattina dal Pdl con un tour tra Salaria e Bufalotta con i neodeputati Vincenzo Piso e Marco Marsilio e leuroparlamentare Roberta Angelilli - oltre che della volontà di cambiare rotta in caso di conquista del Campidoglio. Nella cartella stampa tutte le cifre di «Roma verso lemergenza rifiuti». La raccolta differenziata ferma al 16 per cento. Il primato nazionale nella produzione di rifiuti urbani: 1,8 milioni di tonnellate annue, di cui solo 238mila vengono inviate come combustibile da rifiuti alle attuali linee di termovalorizzazione (Gaia e San Vittore) e ben 650mila alla discarica di Malagrotta, bomba ecologica ormai satura e che dovrebbe chiudere, salvo proroghe, il prossimo 31 dicembre. Numeri che si sommano a quelli forniti da Piso sulle disastrate finanze dellAma: 1281 milioni di euro di passivo registrati al 31 dicembre 2007, 718 milioni di debiti verso le banche, 214 verso i fornitori, a fronte di 660 milioni di credito che sarebbero però inesigibili. A questo proposito nel pomeriggio Alemanno, con il presidente di An Gianfranco Fini, ha incontrato i dipendenti della municipalizzata a Tor de Schiavi sottolineando «lesigenza di rilanciare lazienda».
«Per evitare il rischio Campania - ha spiegato il candidato sindaco del Pdl - occorre subito chiudere il ciclo dei rifiuti realizzando i quattro termovalorizzatori previsti dal Piano regionale, incrementare la raccolta differenziata compresa quella porta a porta per arrivare entro cinque anni almeno al 50 per cento, e avviare una campagna di informazione nelle scuole». Quindi la proposta di unAuthority regionale per i rifiuti e la promessa di un assessorato comunale allAmbiente «forte, che metta la giunta Marrazzo davanti alle sue responsabilità». Perché è proprio la questione rifiuti, sia in Regione sia nella coalizione rutelliana, a far emergere nitidamente la spaccatura tra sinistra arcobaleno e Pd, provocando (o rischiando di provocare qualora Rutelli diventasse sindaco) la paralisi amministrativa, il perdurare dell'attuale modello «discarico-centrico». Emblematico in tal senso il caso del quarto impianto di Albano, bocciato dallassessore regionale allAmbiente, il verde Filiberto Zaratti, dopo essere stato autorizzato «ufficiosamente» da Marrazzo.
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