(...) Senza ricorso, la busta non verrà mai aperta, resterà agli atti del Comune lasciando un alone di sospetto sullintera vicenda. Ieri lassessore Tabacci, accusato dal Pdl di aver orchestrato fin dallinizio la vendita a misura di F2i, ha assicurato che «se cè stata una gara trasparente è stata questa». Per unofferta da 400 milioni «uno si organizza per arrivare per tempo, evidentemente gli indiani non consideravano la cosa importante». Scettico anche sulla concretezza di unofferta così al rialzo, «non ci credo - ha detto - si arriva in ritardo e poi si fa una dichiarazione sul contenuto, è una cosa ridicola e mi dispiace che coinvolga la dignità di un Paese amico e che io stimo come lIndia. Uno può anche arrivare in ritardo ma non commenta dopo sparando dei numeri». É invece «soddisfatto che ci sia un socio italiano legato alla Cassa depositi e prestiti e con un manager di sicuro affidamento come lingegner Gamberale, la gestione della società sarà più efficace, nellinteresse dei milanesi e dei lombardi». La giunta «si è giocata losso del collo per non gettare Milano nel ridicolo con la rottura del patto di stabilità», ma «non esaltiamoci, arriveranno molti milioni, ma servono per risistemare le finanze del Comune e soprattutto per costruire la chiusura del bilancio 2011». I milanesi insomma non si illudano che il 2012 non riservi altri aumenti delle tariffe o nuove tasse. Anche se il consiglio straordinario di Sea che si terrà nei prossimi giorni per il cambio di statuto, la nomina di due consiglieri scelti dal privato (potrà esprimere anche un vicepresidente e il direttore finanziario) staccherà pure il maxidividendo da 124 milioni per il Comune. Slitterà al 2012 la revisione del board: il presidente di Sea Aldo Bonomi dovrebbe fare un passo indietro ma terrà lincarico di direttore generale. E Pisapia potrà attuare lo spoil system, mettendo fuori dal cda gli «uomini» di Formigoni (lassessore Raffaele Cattaneo e il Pdl Marco Pagnoncelli), e nominando un board di fiducia.
Il capogruppo della Lega Matteo Salvini prevede che «di qui a non molto il controllo effettivo degli aeroporti potrebbe passare in mano ai soci privati. Formalmente il Comune è ancora lazionista di maggioranza ma temo che tra sei mesi avremo una società non più in mano al pubblico, potrebbe esserci un altro bando o il controllo del cda». «Abbiamo combattuto - aggiunge - contro quella che ritenevamo e riteniamo una svendita, sotto prezzo e sotto costo, quindi un danno i milanesi. Oltretutto cè stata la vicenda tragicomica finale della busta indiana, ma si sapeva già chi sarebbe stato lacquirente, visto che il bando era fatto su misura».
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