«Sostanza dagli effetti devastanti»

«La cocaina inalata ha un effetto devastante, entra subito in circolo e può provocare infarti e ictus». Riccardo Gatti, direttore del dipartimento delle dipendenze dell’Asl di Milano, è stato il primo a escludere che Dario Evola fosse stato ucciso da una «canna» e ha subito indicato la cocaina come possibile killer dell’adolescente. E le tracce di sostanza trovate nei polmoni della vittima gli danno ragione, anche se ora, da buon medico, rimane molto cauto sulle ipotesi. «I residui indicano che il ragazzo ha inalato cocaina, non che l’abbia fatto sotto forma di crack». Il crack è infatti solo un modo di assumere lo stupefacente: attraverso un semplice processo chimico è possibile ricavare cristalli di cocaina che inalati, solitamente con una piccola pipa, hanno un effetto spaventoso, nemmeno paragonabile alla tradizionale della sniffata. «Ma si può anche assumere fumandola mischiata al tabacco oppure bruciandola e aspirandone i fumi» precisa Gatti. In ogni caso l’effetto dura pochi minuti ed è quindi compatibile con l’assunzione a scuola tra una lezione e l’altra. «Quando il soggetto torna in se appare solo molto stanco, senza sintomi che rimandino direttamente alla cocaina».

Micidiale però le conseguenze sull’organismo: «Può provocare un’aritmia cardiaca, con conseguente collasso cardiocircolatorio, oppure una crisi ipertensiva e relativa emorragie cerebrale». E non ci si abitua mai: ogni fumata può essere mortale.

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