Los Angeles - L'industria del porno californiana è
sotto accusa per la scarsa sicurezza in cui lavorano i suoi
attori. Le polemiche sono montate dopo l’ultimo caso di Hiv, una
ragazza risultata positiva al virus. Due associazioni, tra cui la
Aids Healtcare Foundation, chiedono insistentemente che una volta
per tutte nei film a luci rosse siano usati i preservativi. Oggi,
presenteranno il loro esposto presso l’agenzia governativa che
controlla la sicurezza dei lavori in California, denunciando 16
case di produzione pornografiche. Si tratta dell’ultimo tentativo
dei gruppi di pressione per spingere il governo a garantire
condizioni sanitarie adeguate agli attori di film hard.
Attori senza protezione La denuncia è scattata dopo la visione di decine di Dvd a luci
rosse. I responsabili di Aids Health Care Foundation, insieme
all’associazione non profit Pink Cross Foundation, hanno
costatato che in quasi nessuno di questi film comparivano
anticoncezionali. L’indagine si è basata sul materiale di alcune
delle principali case di produzione pornografiche californiane,
come Vivid Entertainment e Hustler. Su 58 film - tra cui "Nasty
as I Want to be" e "This Ain’t the Partridge Family XXX" - solo
due includevano scene con preservativi. "Basta andare in qualsiasi porno shop per ottenere prove
inconfutabili contro ognuna di queste società", ha detto il
presidente di Aids Health Care Foundation.
Set molto pericolosi "C’è qualche motivo
perché i funzionari governativi non si accorgono che i set dei
film porno sono luoghi di lavoro pericolosi?".
L’industria del porno intanto si difende, minimizza la portata
dell’ultimo contagio da Hiv: un caso isolato ad una sola attrice.
Non è vero che non ci sono regole sanitarie: gli attori devono
sottoporsi ogni mese ai test per le malattie sessualmente
trasmissibili. Se qualcuno risulta infetto deve smettere di
recitare.
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