Sotto accusa le vie del divertimento: dal 28 maggio i vigili urbani hanno ricevuto 663 chiamate per gli schiamazzi, 174 solo nell’ultima settimana Fracasso di notte, i residenti lanciano l’Sos Telefonate ed e-mail di protesta al difensore civico che fa

Nel mirino i locali di viale Montenero, corso Como e Navigli

Chiara Campo

L’ultimo Sos è stato lanciato ieri notte alle 3 e un quarto. Naviglio Pavese, un residente costretto in piedi dal «popolo della notte» che da un mese si accampa tutte le sere sotto casa, si è seduto al computer nel cuore della notte e ha inviato una e-mail al difensore civico, perché lo aiuti a ritrovare il sonno. L’esasperazione porta anche a questo. Di solito arrivano di giorno, ma non sono meno accese, le lettere dei cittadini che non dormono a causa del fracasso fuori dai locali o per la musica che arriva a tutto volume dalle discoteche all’aperto. Il primo caldo si è tradotto subito con l’allestimento dei dehors nelle vie del divertimento. Tant’è che in due mesi sono state 20 - ma nell’ultima settimana il ritmo è salito a due o tre al giorno - le proteste piombate sul tavolo del difensore dei cittadini, Alessandro Barbetta. E ne sanno qualcosa i vigili, visto che nell’ultimo mese hanno già ricevuto 663 telefonate contro gli schiamazzi notturni. Va un po’ meglio di un anno fa, quando le chiamate nello stesso periodo erano state 731, ma va detto che l’estate 2006 è partita un po’al rallentatore. Non appena è scoppiato il caldo, la situazione è tornata ai livelli dell’anno scorso, parla il confronto sull’ultima settimana: 174 chiamate dal 21 al 27 giugno contro le 190 di un anno fa, una differenza quasi inconsistente.
Gli sfoghi dei cittadini al difensore piazzano bandierine rosse sulla mappa del rumore soprattutto in corso Como - le proteste riguardano in particolare la discoteca Casablanca che quest’estate ha inaugurato una pista per ballare anche all’aperto - e viale Montenero, dove fiumi di giovani ogni sera affollano giardini e marciapiedi attorno al Mom, locale di moda, e la situazione è diventata incontenibile tanto che i proprietari sono costretti a chiudere a mezzanotte in punto per contenere la rabbia dei residenti. Poi le «solite» Colonne di San Lorenzo e i Navigli, che nell’ultimo mese hanno raccolto già proteste anche se l’isola estiva è partita solo ieri. Ma nella mappa del fracasso finiscono anche via Novara, l’Idroscalo, i locali intorno a San Siro, via Casale e Melchiorre Gioia. E non mancano segnalazioni sui cantieri stradali che lavorano di notte, le campane delle chiese che disturbano il sonno di chi ci abita accanto e persino i condizionatori degli uffici Ibm in via Tolmezzo.
La situazione, avverte Barbetta, «è apparentemente fuori controllo. Non va considerata un’emergenza ma deve essere affrontata con misure strutturali e definitive, con soluzioni a monte e non caso per caso». Il difensore, «vista la sensibilità mostrata dal sindaco Letizia Moratti sul controllo del rumore nel caso dei Navigli» invita il consiglio comunale a mettere mano al più presto alla «zonizzazione della città», cioè alla stesura di una mappa che indichi, a seconda delle caratteristiche di ciascuna area, «i decibel consentiti e i limiti di orari». Per contenere il fracasso notturno, ricorda Barbetta, la legge prevede anche «il piano di risanamento acustico, che i Comuni devono stendere e poi seguire per contenere i rumori nei limiti che vengono fissati e tutelare la quiete pubblica».

Apprezzabile, sottolinea, la sperimentazione del «codice dei Navigli» adottato da commercianti e associazioni per un’isola estiva a tutela del sonno. E suggerisce di «fare il bilancio a fine luglio per verificare la soddisfazione dei residenti».

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