Con tutti i big europei a riposo dopo le fatiche del Masters, il Tour europeo, in trasferta in Asia, si è affidato alle sue seconde linee per il Volvo China Open, dotato di un milione e 400mila euro di montepremi e una prima moneta di 232mila euro. Sul percorso - di recente costruzione - del Beijing Cbd International Golf in una giornata finale caratterizzata da una pioggia ininterrotta e copiosa, l’unico vero sopravvissuto alle difficoltà dalle condizioni e di un percorso davvero impegnativo è stato il trentasettenne Damien McGrane che ha colto meritatamente la sua prima vittoria in carriera. Damien, già secondo quest’anno, sempre in Asia, all’Indian Masters è stato impeccabile nella sua tenuta di gara, mettendo in mostra un gioco incisivo, preciso e intelligente. Andato al comando di tre colpi nel terzo giro il giocatore irlandese sulle ultime 18 buche non solo ha tenuto a bada i più diretti avversari, ma quando le condizioni atmosferiche hanno mandato in crisi tutti ha continuato a giocare con pace serafica e senza apparire disturbato più di tanto da quanto Giove Pluvio stava scaricando sul percorso di Pechino. Forse l’essere irlandese è stato determinante per lui che nella pioggia è sicuramente cresciuto golfisticamente! Con una media score di oltre 77 colpi per le ultime 18 buche, il 73 (uno sopra al par) realizzato da McGrane ha avuto il sapore quasi di un giro record che gli ha permesso di tagliare il traguardo con ben dieci colpi di vantaggio, un distacco che entra negli annali delle statistiche del Tour europeo.
Il Volvo China Open ha portato altresì alla ribalta il giovane francese Michael Lorenzo Vera, ventitreenne vincitore lo scorso anno del Challenge Tour, che è stato bravamente al comando nelle prime due giornate e che ha provato a tenere testa alla carica di McGrane, ma che ha pagato lo scotto dell’inesperienza alla pressione della categoria superiore. Il suo secondo posto, malgrado un giro finale in 79 colpi, è però l’ennesima conferma che il circuito satellite europeo è ormai definitivamente la vera fucina dei nuovi protagonisti. A fianco del francese hanno diviso la piazza d’onore i britannici Griffiths e Wilson. Il nostro Francesco Molinari - unico italiano in gara - è terminato al 44° posto, malgrado un 78 finale che non è stato certo un punteggio disastroso, vista la media fatta registrare nell’ultima giornata di un Volvo China Open che si augura miglior fortuna meteorologica per le sue prossime edizioni. Il Tour europeo resta questa settimana in Cina dove, a Shanghai, si gioca il Bmw Asian Open (diretta su Sky Sport a partire da giovedì).
Negli Stati Uniti sole e caldo in quel di Hilton Head, nel South Carolina, per salutare l’impresa di Boo Weekley nel Verizon Heritage. Impresa, perché il successo dell’emergente professionista americano - tra i più consistenti dell’ultima leva - è il suo secondo in carriera ed è arrivato proprio nel torneo che aveva vinto lo scorso anno e che, facendo la somma delle due monete intascate, ha portato sul suo conto in banca un milione 962mila dollari (990mila per questa edizione) e lo ha inserito al 7° posto nella money list statunitense, con una prospettiva di poter addirittura conquistare un posto nella prossima squadra di Ryder Cup. Alle spalle del trentatreenne giocatore della Florida, al secondo posto, appaiati e a tre colpi sono giunti Anthony Kim e l’australiano Aaron Baddley, mentre Jim Furyk ha conquistato il 4° posto.
Negli ultimi dodici mesi Weekley oltre ai due successi nell’Heritage ha collezionato altri cinque piazzamenti tra i primi dieci in altrettanti tornei. Soprannominato Boo Yogi - come l’orso dei cartoni animati - per la sua stazza Weekley è un prodotto della Milton High School come il suo abituale compagno di gioco, il mancino Buppa Watson.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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