Sotto la tettoia si spacca Cogoleto

Sotto la tettoia si spacca Cogoleto

La tettoia della discordia continua a fomentare polemiche e ad accendere gli animi degli abitanti di Cogoleto. Crepe in Comune anche tra i consiglieri d’opposizione e polemiche a non finire.
La tristemente nota tettoia, costata 91 milioni di vecchie lire alla pubblica amministrazione e rivenduta nel febbraio del 2005 a 1.800 euro a un circolo velico, crea scompiglio e solleva immensi polveroni di accuse. I consiglieri Francesco Biamonti (Lega Nord) e Bartolomeo Ferro (Indipendente) accusano il Comune di aver svenduto a poche lire una struttura sotto la quale si riparavano dal sole, chiacchieravano, leggevano il giornale gli anziani del paese. In segno di protesta i due consiglieri raccolsero prima dell’estate più di mille firme che presentarono in consiglio ma quell’iniziativa risultò un buco nell’acqua.
Una vicenda complicata e poco chiara a detta del consigliere del Carroccio: «Nel lontano 1996 la Giunta di allora incaricò l’ingegner Alberto Patrone e l’architetto Luigi Mangini di redigere il progetto per la costruzione della tettoia sul rio Capuzzola. Passarono gli anni, e delibera dopo delibera, il 22 marzo 1999 venne liquidata la ditta appaltatrice dei lavori. Alla fine, il costo totale dell’opera risultò 91.774.500 lire. L’attuale Giunta del sindaco Attilio Zanetti vendette nel febbraio di quest’anno la tettoia al presidente del club velico a una cifra bassissima, e caso strano, il presidente del circolo è lo stesso ingegner Patrone che nel lontano 1996 ebbe l’incarico di progettare la struttura».
Il rovescio della medaglia lo mostrano i consiglieri d’opposizione, il capogruppo di Forza Italia Giovanni Siri e Giovanni Bavelloni della Casa delle Libertà per Cogoleto , socio del club velico. «La tettoia versava nel più completo degrado - spiega Bavelloni -, e quando i tecnici del Comune hanno fatto le dovute perizie è risultato che quella struttura fatiscente valeva circa 1.800 euro. Noi siamo una società senza scopo di lucro e ogni lavoro lo abbiamo pagato di tasca nostra». Bavelloni tiene a precisare che non sono mai stati cacciati dal club velico anziani, pescatori o bagnanti. «Abbiamo detto più volte a Biamonti e Ferro - continua -, che rischiavano di mettere la cittadinanza contro il circolo velico e non contro il Comune».
La telenovela sulla tettoia della discordia però continua, un nuovo episodio è stato girato su questa storia dai mille risvolti. Dopo l’insediamento del club velico, in quel tratto di spiaggia è comparsa una nuova tettoia in legno. «Per “scusarsi” con i cittadini - tuona Biamonti -, il Comune ha fatto costruire questa struttura al fianco del circolo velico, che i cogoletesi hanno pagato 22 mila euro. Trovo che sia vergognoso, perché gli abitanti la tettoia l’avevano già, quella cioè che ora è occupata dal club».
Immediata la replica di Forza Italia: «La nuova tettoia è brutta e inutile ed è il frutto delle insistenze dei due consiglieri Biamonti e Ferro».
Questi ultimi però continuano nella battaglia e hanno presentato un esposto alla Capitaneria di Porto. «Nell’esposto invitiamo l’Autorità locale di vigilanza - spiega il consigliere della Lega Nord -, a verificare se il club velico occupi gli spazi consentiti. Abbiamo fatto misure sommarie constatando che invece di 300 metri quadrati ne occupano quasi 900».


L’altra fetta dell’opposizione risponde che, nonostante tutto, quest’anno il circolo velico ha avuto un record d’iscritti. La polemica è destinata a continuare così come la storia sulla tettoia della discordia. L’appuntamento quindi, è rimandato alla prossima puntata.

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