Unopera determinante per la viabilità, che eviterebbe ai pendolari della periferia sud e dei Castelli lunghe code di preincanalamento in ununica corsia sulla via Anagnina per poter raggiungere il Gra o la metro. Lopera cè, già bella e finita da ormai cinque mesi e desolatamente inutilizzata. Chiusa fino a data da stabilirsi per colpa della totale mancanza di coordinamento tra chi lha costruita e gli uffici comunali competenti. Un «corto circuito» di comunicazione che ha fatto del sottopasso dellAnagnina un esempio di malagestione della cosa pubblica. E, nonostante gli sforzi di Sandro Medici (Sinistra Arcobaleno), presidente del X municipio, limpasse non sembra affatto sul punto di essere risolta. «La ragione della perdurante chiusura del sottopasso - spiega Medici - risiede nellavvilente palleggio burocratico tra dipartimenti comunali, Acea e impresa realizzatrice. Mancati coordinamenti, ritardi tecnici, mediocri diatribe sulle reciproche pertinenze fanno sì che unopera pubblica strategica per il nostro territorio e per lintero quadrante del sud-est romano resti misteriosamente inutilizzabile».
Il sottopasso in questione doveva essere realizzato con i soldi degli oneri concessori versati nel 2000 dal costruttore in cambio del via libera alledificazione del centro commerciale. E così è stato. Lopera è stata completata lo scorso 7 dicembre. Ma quando è arrivato il momento di inaugurarla ci si è resi conto che non cerano le condizioni per farlo, visto che lilluminazione era insufficiente, la segnaletica stradale non cera e il sistema fognario - a dar credito alle scritte comparse sulle pareti del sottopasso («Ingegnè...sta galleria sallaga», «Aprite stakuario») - non era esattamente funzionante. Risultato: in attesa che lopera sia fruibile, le auto dei residenti sono costrette ad incanalarsi con quelle dirette al centro commerciale, con conseguenze facilmente immaginabili sulla viabilità. I mesi passano e nulla accade, a causa di un continuo rimpallo di responsabilità. «Ormai questa macchina comunale non regge - osserva il presidente del X municipio - è un apparato sfinito, inadeguato a gestire progetti complessi. Inoltre lintreccio e la sovrapposizione di mansioni e competenze fa sì che le cose che avvengono nel territorio, non potendo più essere gestite dal municipo, vengano gestite dagli uffici centrali». Si scopre, dunque, che gli operai della ditta lavoravano senza che a monte ci fosse stato alcun coordinamento con gli uffici comunali. Soltanto ad opera conclusa ci si è accorti che mancavano i requisiti minimi per lagibilità. Ma anche quando Medici si è rimboccato le maniche e ha chiamato intorno ad un tavolo le parti in causa per cercare di smuovere le acque, nulla è accaduto.
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