Sottovalutati molti sintomi dell’ipertiroidismo spesso ritenuti erroneamente di origine psichica

Per meglio conoscere le patologie della tiroide è stata dedicata una giornata. Questa ghiandola endocrina produce ormoni fondamentali per lo sviluppo ed il metabolismo corporeo. Recenti ricerche evidenziano un notevole interesse per la tiroide già nel XII secolo nella Scuola Medica Salernitana e, addirittura, alcune cure per il gozzo costituiscono tuttora il fondamento delle attuali terapie antigozzigene. Al professor Giuseppe Boccuzzi, direttore della divisione universitaria di endocrinologia oncologica dall’azienda ospedaliera S. Giovanni Battista (Molinette, Torino) chiediamo di illustrarci alcune patologie endocrine legate al cattivo funzionamento di questa ghiandola.
«L’ipertiroidismo, aumento di attività della tiroide, presenta vari sintomi quali calo ponderale con appetito consistente, tachicardia, ipersudorazione, tremori, eccessiva eccitabilità e cambi d'umore, sintomi che spesso - precisa il professor Boccuzzi - vengono ritenuti di origine psichica e sottovalutati. La diagnosi dell’ipertiroidismo, è fatta sulla base del quadro clinico e delle analisi del sangue in cui si misurano le concentrazioni degli ormoni ( FT3, FT4 e del TSH). Le cause più frequenti di ipertiroidismo sono il morbo di Basedow e l'adenoma tossico: un tumore benigno della tiroide che produce ormoni tiroidei in eccesso, ed è diagnosticato tramite la scintigrafia tiroidea che consiste nella somministrazione di piccole dosi di iodio radioattivo: questo viene captato dalla tiroide, che utilizza lo iodio per la sintesi degli ormoni tiroidei, e permette di visualizzare l'adenoma. La terapia è chirurgica». Il morbo di Basedow è una malattia autoimmune e comprende, oltre ai sintomi generali dell'ipertiroidismo, anche sintomi oculari, il più evidente dei quali è l’esoftalmo, sporgenza degli occhi, causato dalla produzione di autoanticorpi che interagiscono con le cellule tiroidee stimolandone la funzione. «La diagnosi viene fatta tramite dosaggio degli ormoni tiroidei, del TSH e degli anticorpi specifici. In questo caso la scintigrafia mette in evidenza un aumento del volume ghiandolare, (gozzo) con forte captazione di iodio radioattivo.

La terapia è prima medica con farmaci che riducono la funzione tiroidea e, successivamente, se non si ottiene la guarigione definitiva, chirurgica con l’asportazione della tiroide, o radio metabolica terapia più seguita ed in genere preferita negli Stati Uniti».